Cultura e Spettacoli

Il genio dell'ultimo Raffaello illumina la galleria del Louvre

C'è Maria che solleva un velo trasparente, per controllare che il Bambin Gesù riposi. Ha il volto pensoso e del resto il san Giovannino che le sta al fianco porta la croce. Sullo sfondo, un paesaggio di rovine e una città in lontananza. Questa scena intima ruota attorno alla figura di Maria mentre indossa un insolito diadema blu che dà il titolo all'opera. La Madonna del Diadema Blu, dipinta tra il 1512 e il 1520 da Raffaello con la probabile partecipazione dell'allievo Giovan Francesco Penni, è uno dei capolavori che da domani e fino al 14 gennaio si potranno ammirare in «Raphaël, les dernières années, une rétrospective exceptionnelle sur les années de maturité du maitre italien» al Louvre. Ancora una volta, è Eni il «Mécène Principal» della grande esposizione, rinnovando il proprio impegno con il museo francese dopo i successi passati delle mostre su Mantegna, Tiziano, Tintoretto e Veronese e di quella dedicata all'arte del '700. Questa su Raffaello (1483-1520) è una delle esposizioni più corpose mai dedicate al genio italiano, la prima incentrata sulla fase avanzata della sua produzione, realizzata a Roma tra il 1512 e la morte. Dopo aver visto Leonardo, Michelangelo e le antiche statue, Raffaello creò dipinti devozionali, ritratti e pale capaci di incarnare un ideale apollineo di forma, misura, perfezione. Tra i lavori esposti, anche la pala Estasi di Santa Cecilia, proveniente dalla Pinacoteca di Bologna, e la Sacra Famiglia del Prado.

La mostra s'inquadra nell'ambito del partenariato siglato nel 2009 tra Eni e il Louvre, che vede la società del cane a sei zampe impegnata come Mécène Exceptionnel del museo in importanti iniziative di promozione artistica anche nel nostro Paese, l'ultima delle quali - l'esposizione de L'Adorazione dei pastori e del San Giuseppe falegname di Georges de la Tour, giunte dal Louvre a Palazzo Marino, a Milano, lo scorso dicembre - fu vista da oltre 210mila visitatori.

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