Cultura e Spettacoli

"Cara Marga, vado ad Auschwitz. Baci". Firmato: Himmler

Nelle lettere del gerarca nazista alla moglie un feroce odio per gli ebrei (e ricette di cucina)

«Vado ad Auschwitz. Baci, il tuo Heini», scriveva Himmler alla moglie Marga, senza fare il minimo accenno agli orrori del lager. E ancora: «Nei prossimi giorni sarò a Lublino, Zamosch, Auschwitz, Lemberg e poi nella nuova sede. Sono curioso di vedere se e come funzionerà il telefono. Saluti e baci! Il tuo Pappi», recita la lettera del 15 luglio 1942, durante un viaggio di ispezione dei lager nazisti in Polonia. Sono alcuni stralci - pubblicati ieri dal giornale tedesco Welt am Sonntag - delle oltre 700 lettere private scritte da uno dei più sanguinari gerarchi di Hitler, organizzatore dell'Olocausto, capo delle SS e della Gestapo, alla moglie Margarete Siegroth, “Marga”, dal 1927 fino a cinque settimane prima del suo suicidio, nel '45. Himmler e Marga, una infermiera di sette anni maggiore di lui, si erano conosciuti e subito innamorati nel settembre 1927 durante un viaggio in treno da Berchtesgaden a Monaco di Baviera. Li accomunava, fra le altre cose, un radicato antisemitismo. Nelle lettere Marga ogni volta che parlava degli ebrei li definiva «canaglie», delle quali - come scrive il 27 febbraio 1928 - confessava di avere «terrore», ricevendo il sostegno del fidanzato. «Povera cara, a causa dei soldi devi farti spellare da questi miserabili ebrei», le rispondeva il futuro capo delle SS il 16 aprile 1928. In quello stesso anno però, Marga scriveva a Himmler definendolo «un uomo cattivo dal cuore duro e ruvido», ottenendo a stretto giro di posta l'autodifesa del fidanzato. «Credimi, il tuo lanzichenecco non ha un cuore né duro, né ruvido, del resto tu lo sai meglio di chiunque “piccola” donna». Quando il marito il 9 novembre 1938 aveva già dato l'ordine di esecuzione dei pogrom contro gli ebrei - la famigerata “Notte dei cristalli” - Marga annotava nel suo diario il 14 novembre: «Quando ci lasceranno queste canaglie, in modo da poter condurre una vita felice?».

Le lettere, ricomparse 69 anni dopo il suicidio di Heinrich Himmler, insieme a fotografie inedite, vari documenti tra cui il lascito del figlio adottivo, appunti e persino ricette culinarie, sono rimaste prima nelle mani di un ebreo israeliano, poi in un archivio privato a Tel Aviv, infine nel caveau di una banca.

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