Cultura e Spettacoli

Inutili, provinciali, innocui. Ecco le vere tribù degli scrittori

Il critico Franco Cordelli pubblica una mappa della narrativa italiana contemporanea. Che fa arrabbiare tutti: non piace a nessuno. E allora, ecco la nostra contro-mappa

Inutili, provinciali, innocui. Ecco le vere tribù degli scrittori

Come è noto, non esiste tribù più suscettibile degli scrittori. E non c'è nulla di meglio, per aizzare la suscettibilità degli scrittori, che mappare la situazione letteraria contemporanea con il perfido giochino del «chi c'è, chi non c'è». Chi c'è, si offende perché lo hanno messo dove o con chi non vorrebbe essere; e chi non c'è, si offende perché non c'è, anche se poi va in giro a dire che in una mappa del genere è meglio non esserci.
Domenica, sulla Lettura, Franco Cordelli ha pubblicato una grandiosa mappa sulla narrativa italiana contemporanea, con 70 nomi, divisi in sette «tribù» (Senatori, Gruppo misto, Dissidenti, Novisti, Moderati, Conservatori, Vitalisti) commentata da una lunga didascalia in cui dice tre cose: 1) che gli sembra incredibile che scrittori come Giorgio Vasta e Giorgio Falco possano essere esaltati da alcuni giornali, quando la loro letteratura è «pura farneticazione» (come prova cita alcune metafore azzardate e sintagmi da stigmatizzare, tipo «sagome sudate»); 2) la letteratura italiana contemporanea è caduta in un lungo sonno, anzi è una vera e propria palude (da cui il titolo dell'articolo: La palude degli scrittori) dove è impossibile «scorgere opere di qualità», tutti i valori si confondono e gli appartenenti alle diverse tribù perseguono l'unico fine della sopravvivenza editoriale; 3) che comunque, lui, essendo un critico, può vedere chi c'è e chi no in questa palude. Secondo quale criterio? La propria «percezione». Che, c'è da dire, è un bel criterio.

E c'è da dire anche che la mappa con le sette tribù e i 70 nomi di scrittori è tre giorni che sta facendo arrabbiare gli stessi scrittori, editor e addetti ai lavori. Già domenica mattina l'account Twitter di Ponte alle Grazie si chiedeva: «Ma qualcuno ha capito qualcosa della mappa di Cordelli»; altri hanno irriso «l'esercizio effimero e demodé»; Giuseppe Genna, a chi gli segnalava che era finito nella tribù dei “Vitalisti”, rispondeva che lui non legge Cordelli; Paolo Repetti, ideatore di Stile libero, e quindi difensore d'ufficio di Vasta e Falco, parlava di «pezzo patetico senza un'idea», «un gioco di società di vecchi burloni»; e ieri la scrittrice Gilda Policastro (che nella mappa non c'è) sul sito del Corriere ha firmato un'intemerata contro Cordelli (detto «l'Armani di Ponte Milvio»), difendendo Vasta e Falco (suoi amici), criticando Antonio Scurati (che nella mappa c'è, anche lui nei “Vitalisti”) e facendo capire che la mappa non la convince.

E a dire il vero non convince neppure noi. Ecco perché, pur non essendo critici di vaglia come Cordelli, ma «percepiamo» qualcosa della narrativa italiana, ci sentiamo di proporre alla discussione una contro-mappa, con sette nuove tribù e 70 nuovi nomi.

Questa.

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