Cultura e Spettacoli

Macerata, la Traviata di Brockhaus allo Sferisterio incanta ancora

Riproposta la storica edizione del 1992, con un grande specchio che domina la scena e fa entrare il pubblico nella vicenda. Ottima la compagnia di canto, coro e la direzione

Macerata, la Traviata di Brockhaus allo Sferisterio incanta ancora

Colpo di scena quando sulla morte di Violetta, il grande specchio che ha dominato la scena per tutta la recita, rimandando l'immagine dei personaggi, cambia inclinazione questa volta a favore di platea. Il pubblico entra così in proscenio, diventa protagonista, scambia il ruolo con i cantanti. Eun grande "oh" irrompe dalle poltrone, segno che il vecchio"trucco" escogitato da Henning Brockhaus vent'anni fa coglie sempre nel segno. Merito anche di. Un ottimo cast, Violetta e George Germont su tutti, e di un'orchestrazione diretta con mano sicura da Speranza Scappucci.

Macerata va dunque sul sicuro riproponendolo storico allestimento del 1992 realizzato con le scene di Josev Svoboda. Semplicissimo. I fondali sono stesi a terra e vengono riflessi da un enorme specchio che li rimanda al publico. Raddoppiando così l'azione che risulta particolarmente animata, soprattutto durante le scene di massa, come le feste all'inizio del primo atto e della seconda scena del secondo.

Il resto lo fa una compagnia di canto veramente eccellente. Jessica Nuccio e' una violetta davvero convincente, sia per la grazia e l'avvenenza, sia per la voce sicura, ottima sia nella coloritura, sia nella parte drammatica. Non le e' da meno Simone Piazzola, un Germont padre dal timbro pastoso, maschio, brunito. Delicato nel fraseggio,potente quando deve spingere. Risulta alla fine il più applaudito, conquistando i favori del pubblico. Ottimo negli acuti, meno nelle centrali, Antonio Gandia riesce comunque a rendere con estrema efficacia i "bollenti spiriti " di Alfredo. All'altezza comprimari, coro e l'orchestra marchigiana, diretta con piglio sicuro da Scappucci. La direttrice romana sa spingere con sicurezza per dare corpo alla musica nei momenti più epico-popolari, trattenendola in quelli più intimistici.

Meritati gli applausi finali per tutti, per un'esecuzione all'altezza della storia dello Sferisterio.

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