Cultura e Spettacoli

Il nazismo sta per tornare grazie al tesoro di Hitler...

Una storia mozzafiato di Buticchi: i fanatici vogliono rinnovare l'Olocausto. Saranno i misteriosi libri di Dio a salvare il mondo?

Il nazismo sta per tornare grazie al tesoro di Hitler...

Pubblichiamo un racconto di Marco Buticchi scritto in esclusiva per il Giornale in occasione dell'inizio della manifestazione milanese Bookcity (da oggi fino al 24 novembre)

Monaco di Baviera, 5 novembre 2013

Quando varcò la soglia del vano segreto si sentì spaesata. Le opere, più di un migliaio, erano impilate con ordine negli scaffali alti sino al soffitto.
Karen Lewish aveva da poco passato i sessanta, era una donna energica e non si sarebbe mai data per vinta di fronte alle difficoltà. Inforcò gli occhiali e si mise al lavoro di buona lena: la maggior parte di quei capolavori non era mai stata catalogata.

***

La sede dell'associazione culturale si trovava in Karlsplatz a Monaco. Sulla porta una targa d'ottone recitava: Fondazione Shaffer.
«Gli inquirenti gli stavano dietro, insospettiti dal valore delle opere che avevamo messo in vendita. E gli sono piombati addosso», disse uno dei partecipanti alla riunione. «Si sono bevuti, però, la versione di Hans Magruder: la collezione era stata immagazzinata da suo padre, noto gallerista incaricato da Hitler di raccogliere e distruggere ogni forma d'Arte degenerata».
«Le opere furono invece collocate in depositi segreti voluti dal Führer. Quei capolavori, sottratti a ebrei e nemici, oggi rappresentano la fonte di finanziamento del Nuovo Ordine», intervenne il presidente Shaffer. «Dobbiamo far sparire il contenuto degli altri depositi, se vogliamo completare il nostro disegno. Lasciatemi solo con Sinalov. Cercherò di prendere tempo».
Oleg Sinalov era un facoltoso e chiacchierato uomo d'affari russo.
«Ho appena ricevuto il via libera», disse Sinalov. «La consegna dell'ordigno avverrà, contestualmente al saldo, direttamente a Tel Aviv. Sarà pronto all'uso e come utilizzerete la bomba non è affar nostro».
«C'è un contrattempo, Oleg», lo interruppe il presidente. «Hanno scoperto uno dei depositi di opere d'arte che servono per finanziarci. Ti chiedo solo pochi giorni…»
«Pochi giorni?!», i toni del russo si fecero aspri. «Per quanto credi non si accorgeranno della bomba chimica che abbiamo trafugato?»

***

Hans Magruder, il custode della collezione segreta, rispondeva a monosillabi all'interrogatorio.
«Ci vuole ripetere l'origine della collezione, signor Magruder?», chiese il procuratore Deker.
«Mio padre era un gallerista. Ha acquistato i dipinti nel corso della sua vita, spesso per pochi spiccioli».
«…O venivano pagati pochi spiccioli a persone in difficoltà, come le famiglie ebree costrette a disfarsi dei propri beni con i nazisti alle calcagna?»
«Non ho idea delle modalità di acquisizione: non ero neppure nato».
«Facciamo una pausa e poi proseguiremo», disse Deker.
Magruder si passò il fazzoletto sul volto e dosò una bustina di dolcificante nel suo caffè. Portò la tazza alle labbra e sorseggiò la bevanda.
Il magistrato era convinto che, prima o poi, Magruder sarebbe crollato. Il collezionista accennò un sorriso, poi si alzò di scatto, portò le mani alla gola, emise un suono roco e crollò a terra.

***

Karen Lewish fu riscossa dalla voce della sua collaboratrice: «Guardi, dottoressa! L'ho trovata sotto una pila di documenti». Sulla cartellina si stagliava la dicitura RSHA, la macchina spionistica del Reich comandata da Reinhard Hedyrich. Karen sentì un brivido lungo la schiena: molti dei suoi parenti non avevano fatto ritorno dai campi di prigionia, dove uomini come Heydrich li avevano resi schiavi.
Prese il registro dalla cartella. La calligrafia era antica: Johann Gutenberg aveva puntigliosamente annotato di pugno data e ora di stampa per ogni copia della Bibbia. Erano anche protocollate cinque edizioni speciali del Pentateuco, corredate dai disegni originali eseguiti dai più grandi maestri dell'epoca. Inoltre, nel fascicolo, si trovava un rapporto stilato dai collaboratori di Heydrich.
«Almeno tre di quelle copie erano ancora in buono stato poco prima della guerra», commentò Karen scorrendo le note. «Volumi “archiviati” nel 1940. In calce la firma per ricevuta di Luc Magruder, padre del nostro Hans…»
Il giudice Deker la raggiunse poco dopo. Karen, considerata una tra le migliori esperte d'arte europee, collaborava con lui da tempo.
«Hanno avvelenato Hans Magruder», disse il giudice. «Qualche novità che possa esserci d'aiuto, dottoressa Lewish?»
«Solo documenti antichi da cui risulta che Gutenberg stampò cinque volumi fuori tiratura. Tre di quei libri potrebbero essere stati recuperati dagli uomini della Gestapo».

Paderborn, 12 novembre 2013

Il castello di Wewelsburg dominava la collina con la sua forma a punta di freccia. Himmler lo aveva prescelto come sede per l'addestramento degli ufficiali SS.
Due uomini, all'apparenza turisti in visita al maniero semideserto, entrarono nella torre nord, una stanza di una dozzina di metri di diametro delimitata da dodici colonne. La loro missione era recuperare il contenuto di un deposito segreto. Al centro del pavimento in marmo policromo, era intarsiato un sole nero i cui raggi erano simili alle rune, sinistro simbolo delle SS. Lì gli uomini di Himmler officiavano i loro misteriosi riti esoterici. Uno dei due appartenenti al Nuovo Ordine estrasse un mazzuolo e prese a frantumare il marmo in un punto preciso. Pochi minuti più tardi i due si allontanavano indisturbati dal Wewelsburg, dopo aver prelevato ciò che cercavano.

Monaco di Baviera 13 novembre 2013

Oleg Sinalov aspettava quella telefonata: l'ordigno rubato incominciava a scottare.
«Ho di che pagarti, Oleg. Un mese per farlo in contanti, altrimenti in natura…», disse il presidente.
«Non c'è tempo, Shaffer. Chiederò a un esperto una valutazione di ciò che vuoi conferire in pagamento», rispose il russo.
Qualche ora più tardi il telefono nell'ufficio di Karen prese a trillare.
«Il mio nome è Oleg Sinalov, dottoressa Lewish. La disturbo per una consulenza: vorrei acquistare alcuni pezzi pregiati e avrei bisogno del suo titolato parere...»
«Sono desolata, signor Sinalov, ma...»
«...Si tratta di opere di enorme valore e, conoscendo la sua passione, sono convinto che non potrà resistere alla tentazione di esaminarle: tre copie del Pentateuco, stampate da Gutenberg nel 1455 e recanti ciascuna 10 illustrazioni originali di Piero della Francesca, di Paolo Uccello e del Veneziano...»
Quando Karen posò il ricevitore, la mano era scossa da un tremito. «I libri di Dio», sussurrò.
***
Kurt Shaffer prese la parola dinanzi al direttivo del Nuovo Ordine tre giorni più tardi: era soddisfatto. Presto si sarebbe concluso lo scambio.
«... poco dopo», proseguì Shaffer in un crescendo di toni, «il nodo nevralgico dell'Impero di Sion sarà decapitato: ogni forma di vita nel quartiere degli affari di Ramat Hachayal a Tel Aviv sarà cancellata. Uno sterminio secondo soltanto all'olocausto. Gli ebrei ci metteranno un po' prima di riprendersi. Presto mi recherò a Tel Aviv per lo scambio; poche ore dopo, tutto sarà finito».

Tel Aviv, 20 novembre 2013

Sinalov era seduto all'aperto nel Caffè Aroma di Tel Aviv. La borsa da viaggio a terra accanto a lui, al suo interno un ordigno al gas nervino dalla potenza devastante.
Kurt Shaffer avanzava lungo Habarzel Street sbilanciato da una borsa identica a quella di Sinalov. Sedette dopo aver posato la sua borsa a fianco dell'altra. L'aria era calda e nulla lasciava presagire il finimondo che si sarebbe scatenato. Le comparse si trasformarono in protagonisti: passanti, operai, camerieri e fattorini, diventarono padroni della scena e, armi in pugno, intimarono a Sinalov e Shaffer di non muoversi.
Nella confusione che seguì, Shaffer afferrò la borsa con uno scatto repentino e un sorriso folle gli illuminò il volto.
«Innescherò la bomba!», gridò infilando il braccio all'interno. «Ci penserà il Sarin a portare a termine il disegno del Nuovo Ordine!»
Mentre la mano frugava ebbe un istante di smarrimento, sufficiente perché gli uomini dei corpi speciali israeliani aprissero il fuoco. Shaffer cadde a terra crivellato di colpi. La borsa gli ruzzolò a fianco e ne uscirono tre libri antichissimi: I libri di Dio.
Migliaia di vite erano salve grazie a un errore banale: nella concitazione del momento il neonazista aveva preso la borsa sbagliata...

o forse era stato proprio un intervento di Dio a impedire che gli uomini macchiassero la loro Storia con una nuova follia.

Commenti