Cultura e Spettacoli

Non solo macchine La via italiana alla fantascienza è umanistica

N on è certamente un caso se, in Italia, la fantascienza viene introdotta sotto un nume tutelare classico: Urania, musa dell'astronomia nonché uno dei nomi di Afrodite, dea greca dell'amore, della bellezza e della fertilità, figlia del mare fecondato da Urano. È il 10 ottobre 1952 quando nelle edicole fa la sua prima apparizione un periodico edito da Arnoldo Mondadori, I romanzi di Urania , che, sulla scia del successo dei Gialli si proponeva la diffusione di un genere letterario molto popolare negli Stati Uniti e in Gran Bretagna: la science fiction , brillantemente tradotta come «fanta-scienza» dal curatore della collana, Giorgio Monicelli. Il romanzo scelto per inaugurare la collana è Le sabbie di Marte , dello scrittore-scienziato Arthur Clarke. In realtà, la science fiction aveva già fatto capolino sul mercato editoriale italiano pochi mesi prima, con due riviste, Scienza fantastica e Mondi Nuovi , usciti rispettivamente per sei e sette numeri tra l'aprile 1952 e il marzo 1953.

Queste informazioni, insieme a una miniera di dati sugli autori, curatori e traduttori di tutta la fantascienza pubblicata sulle riviste italiane tra l'inizio degli anni Cinquanta e la fine dei Settanta, si trovano in quella che è la più completa guida alla Fantascienza italiana, scritta da Giulia Iannuzzi con una premessa di Carlo Pagetti, appena pubblicata dalle edizioni Mimesis (pagg. 360, euro 30). La Iannuzzi ha saputo ricostruire con minuziosa precisione la storia di tutte le riviste che hanno vivacizzato e reso popolare la fantascienza italiana. Riviste come Galaxy , Galassia , Oltre il Cielo , Futuro , Robot , accanto all'imprescindibile Urania , sono state accuratamente esaminate, così come sono stati intervistati i loro curatori e direttori. Ne esce un quadro che conferma la specificità della fantascienza italiana. La nostra narrativa approfondisce l'ambito umanista piuttosto che quello tecnologico, privilegiando, rispetto alle esplorazioni spaziali, l'archeologia misteriosa, la dimensione del meraviglioso o la rielaborazione di temi caratteristici del folklore nostrano. Insomma, la fantascienza italiana è stata, e per certi versi è ancora, un genere letterario provvisto di una sua specificità e dignità, nonostante la derivazione diretta ed esplicita dalla science fiction anglofona.

La storia della fantascienza italiana, racconta le avventure di un folto e appassionato manipolo di intellettuali che, pur essendo colti e preparati, vennero generalmente trascurati dall'intellighenzia ufficiale, troppo snob per apprezzare la letteratura popolare e di genere.

A giudicare dal ritorno trionfale del genere fantascientifico, soprattutto in campo cinematografico, tra Pianeti delle scimmie e Hunger Games , per non parlare di serie tv come Extant o Falling Skies , il genere letterario è stato promosso in serie A, e l'ottimismo progressista anglo-americano è stato sostituito da un più cinico scetticismo tutto mediterraneo.

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