Cultura e Spettacoli

Padre Giacobbe Elia contro "L’inganno delle ideologie"

Esorcista, medico, scrittore, il sacerdote ha presentato a Roma il suo nuovo libro. Un vibrante j’accuse contro "Il desiderio di suicidio dell’Occidente"

Padre Giacobbe Elia contro "L’inganno delle ideologie"

Sacerdote innanzitutto. Ma anche medico e scrittore. E dal 1987 incaricato esorcista per la Diocesi di Roma (il primo sacerdote dopo Padre Candido Amantini a ricevere questo mandato). Padre Giacobbe Elia è uomo che non ama indulgere alle mezze misure. I suoi interventi fanno discutere, la sua ricerca del senso della vita non prevede alcuna indulgenza verso il relativismo etico, niente mezze misure, insomma, perché oggi «si fa la retorica del dialogo che non ha nulla a che fare con la fede. Dialogo è un termine che non è mai presente in nessuno dei libri della Scrittura. Non esiste proprio. Nei libri c’è l’Annuncio. Quando una mamma vede che il figlio è in pericolo sull'orlo del precipizio e sta andando di sotto non gli dice di non fare quella cosa ma grida».
Il suo pensiero sul presente, sull’Occidente incline all’autodistruzione, tentato da «un desiderio di suicidio», Padre Giacobbe Elia lo espone nel suo ultimo libro: «L’inganno delle ideologie, Il graffio del diavolo», edito da Koinè e presentato a Roma in un evento organizzato della «Fondazione Cantiere Abruzzo Italia» e introdotto da Fabrizio Di Stefano, parlamentare di Forza Italia. A moderare l’incontro è stato Fabio Torriero, direttore di IntelligoNews, con gli interventi di Luca Collodi di Radio Vaticana, Filippo Savarese dellaManif Pour Tous Italia e Giuseppe Pisauro della Koiné Nuove Edizioni.
«Benedetto Croce diceva che i libri peggiori sono quelli che rappresentano il Bene e il Male come due realtà antitetiche, ma paritetiche. Senza aiutare a seguire il Bene e a guardarci dal Male» spiega Padre Giacobbe Elia. «L’Occidente sta andando incontro a un desiderio di suicidio. Il mio pensiero poggia sempre su una base storica. Papa Paolo VI, al di là della considerazione di questa figura, da Sommo Sacerdote parlò di un fumo di Satana penetrato nel Tempio stesso di Dio. Bene: questo avanzare delle tenebre non è altro che rifiutare la luce, che è Dio. Tanto è vero che si stanno distruggendo i segni, il Cristianesimo è fatto di Chiese e Cattedrali che hanno fatto lo splendore dell’Europa e che non si rispettano più. Si sta cercando di cancellare ciò che rimarrà incancellabile. Per dirla con Goethe l’Europa si è costituita camminando in latino. Però c’è questo desiderio di distruzione, che è nato con il Comunismo. Ormai c’è una sorta di senso di colpa di cui l’Occidente si è fatto carico quasi avesse commesso un delitto».
Il lavoro di Padre Elia nasce dall’amarezza di assistere al suicidio di quel che rimane della civiltà cristiana, che ha reso l’Europa madre di popoli. La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo non garantisce affatto la nostra dignità. Al posto degli eserciti ci sono i mass media, la distrazione di massa. E la famiglia, da sempre il più efficace, economico e raffinato, ammortizzatore sociale, è ridotta a un intollerabile nemico da abbattere, è messa in ginocchio proprio quando la grave depressione economica ne richiederebbe l’intervento.
Il graffio del demonio, insomma, è «l’avanzata del male, siamo entrati negli ultimi tempi. Bisogna scegliere da che parte stare. la verità è la verità, la dottrina è la dottrina, è già misericordia, il partito della misericordia sta relativizzando tutto. Il pericolo è il gender, e il neomalthusianesimo: troppa popolazione-troppa povertà, ergo bisogna fare meno figli». Il tema della famiglia ricorre nel corso della presentazione. Fabrizio Di Stefano invoca politiche in difesa della famiglia da portare in Parlamento. Savarese invita tutti alla manifestazione del 17 ottobre di Manif Pour Tous. Fabio Torriero ricorda che «è l’uomo che deve adattarsi al Vangelo, non viceversa».

Un richiamo antirelativista che si proietta anche sul Sinodo e sul vibrante scontro in corso tra tradizionalisti e modernisti, destinato a dire molto sull’identità profonda della Chiesa che verrà.

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