Cultura e Spettacoli

Philip Roth annuncia il suo addio alla letteratura

Dopo mezzo secolo di attività letteraria lo scrittore ha deciso che non scriverà più. "Non ho più il fanatismo per la scrittura"

Philip Roth annuncia il suo addio alla letteratura

Difficile credere che non abbia più le parole giuste o le idee, forse Philip Roth, lo scrittore statunitense, autore di capolavori della letteratura novecentesca da "Pastorale americana" a "Nemesi", ha solo deciso di dedicarsi ad altro. All'età di 79 anni lo scrittore amato in tutto il mondo ha annunciato che non scriverà più, abbandona carta e penna e lascia che da oggi in poi siano solo i suoi testi a parlare. Lui infatti ha scelto il silenzio.

Roth ha annunciato il suo addio alla letteratura alla rivista francese Les inRocks e la notizia è stata confermata dal suo editore Houghton Mifflin."Quando ho compiuto 74 anni ho deciso di rileggere tutti i miei libri cominciando dall’ultimo, "Nemesis". Volevo vedere se avevo perso tempo a scrivere. Ma nel complesso mi è sembrato un successo"- ha raccontato Roth- "Alla fine della vita il pugile Joe Louis disse: Ho fatto del mio meglio con i mezzi a mia disposizione. È esattamente quello che direi del mio lavoro. Ho deciso che ho chiuso con la narrativa. Non voglio leggerla, non voglio scriverla, e non voglio nemmeno parlarne".

Dopo una vita intera dedicata ai romanzi Philip lascia, una scelta coraggiosa che ha senza dubbio lasciato sgomenti le migliaia di fan e di lettori accaniti.

Nato nel lontano 1933 Roth ha speso buona parte della sua vita seduto a una scrivania, lasciando che il suo cuore e la sua anima si esprimessero liberamente. Dalla sua brillante penna sono nati veri e propri capolavori: Addio Columbus, Operazione Shylock, Pastorale Americana, Everyman, fino ai romanzi più recenti, L'indignazione, L'umiliazione e Nemesis, l'ultima sua creatura.

Romanzi quasi sempre autobiografici che scavano a fondo nella vita dello scrittore e non solo (famosi gli alter ego che popolano i suoi racconti), i libri di Roth ci hanno regalato spaccati di vita quotidiana nei quartieri periferici di New York.

L'autore che nella sua fulgida carriera vinse diversi prestigiosi premi e riconoscimenti (dal Pulitzer al National Book Awards, fu anche candidato più volte al Nobel ma lo vide sfumare a un passo dal traguardo) ha raccontato di non sentire più dentro di sé il fanatismo della scrittura, quel motore che lo spingeva a produrre nella sua casa lontano dal mondo esterno.

Philip ha fatto sapere che dopo la sua morte ha dato precisi ordini di distruggere tutto il suo archivio personale, quasi come se volesse conservare gelosamente tutti quei pensieri, quelle parole che in fondo sono l'espressione della sua anima, della sua intera vita.

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