Cultura e Spettacoli

RACCOLTA DI SCRITTICosì Martin Heidegger ne fece il proprio maestro di tecnica

I due «Titani» non si scontrarono mai davvero. Si annusarono, si sfiorarono, si misurarono a distanza. A parte, ovviamente, la fitta corrispondenza che intercorse fra loro. Poi, nel 1950, in occasione del sessantesimo compleanno del primo Titano, Martin Heidegger, il secondo Titano, Ernst Jünger pubblicò il saggio «Oltre la linea», dedicato al tema principe del loro pensiero: il nichilismo. Tema che risuona ovunque nel pensiero del loro comune punto di riferimento altrettanto titanico: Nietzsche. Nel saggio Jünger si domandava se fosse possibile «l'attraversamento della linea, il passaggio del punto zero» che è segnato dalla parola niente. Cinque anni dopo, la risposta di Heidegger, in «La questione dell'essere». Ora Bompiani pubblica, nella collana «Il pensiero occidentale» diretta da Giovanni Reale, l'intero «corpus» degli scritti su Jünger di Heidegger, antecedenti e successivi a «La questione dell'essere». Vale a dire: gli appunti degli anni Trenta, il «Colloquio su Jünger» che Heidegger tenne con un ristretto gruppo di suoi colleghi dell'Università di Friburgo, un manoscritto sul concetto jüngeriano di forma del '54 e inoltre tutte le glosse manoscritte appuntate dal filosofo di Meßkirch sulle sue copie di lavoro. Presentato con il testo tedesco a fronte, con «Nota introduttiva», traduzione e note di Marcello Barison, il volume (Martin Heidegger, «Ernst Jünger», pagg.

872, euro 35) è lo strumento fondamentale per comprendere quanto il pensiero di Jünger sia stato decisivo per la maturazione delle pagine heideggeriane dedicate alla tecnica.

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