Cultura e Spettacoli

Dal rigattiere di parole: Tulipano

Quello che qui incuriosisce è la derivazione del suo nome: si ritiene infatti che il tulipano sia stato definito così per via dei petali che si compongono come le pieghe di un turbante, detto “dulbend” dai turchi e recepito come “tulband” nei Paesi Bassi, che in tardo latino divenne “tulipa”

Dal rigattiere di parole: Tulipano

Lo conoscono tutti e non ci soffermeremo a parlare di botanica. Quello che qui incuriosisce è la derivazione del suo nome: si ritiene infatti che il tulipano sia stato definito così per via dei petali che si compongono come le pieghe di un turbante, detto “dulbend” dai turchi e recepito come “tulband” nei Paesi Bassi, che in tardo latino divenne “tulipa”. Proveniente dall'Asia Centrale, questo fiore tuttora molto amato trovò la prima ampia considerazione proprio in Turchia e da qui, sulla scia dei grandi commerci del XVI secolo, raggiunse i Paesi Bassi, dove si ottennero nuove varietà sempre più elaborate e più belle, più richieste e più pagate. “Nel 1600 il tulipano, acclamato come il nuovo re del giardino, subentrava alla rosa, l'indiscussa regina fino a quel momento” (Mike Dash, La febbre dei tulipani, 1999). Per un nuovo tipo di tulipano era necessario impiegare molto tempo e nella ricchissima Olanda dell'epoca d'oro la domanda dei collezionisti fu talmente superiore all'offerta che si generò un'ondata di speculazioni finanziarie sempre più ardite, e quella dei tulipani è considerata la prima bolla speculativa della storia. Il più alto prezzo pagato per un bulbo di tulipano, nel 1637, fu di 5.200 fiorini, quando il guadagno medio di un ricco mercante era di 3mila fiorini all'anno e il salario di un falegname di 250. Per “La ronda di notte”, il suo capolavoro, Rembrandt fu pagato nel 1642 1.

600 fiorini, quasi un terzo del bulbo più prezioso.

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