Cultura e Spettacoli

A Roncisvalle, dove nacque l'identità europea

Si combatté a Ferragosto la battaglia tra i paladini di Carlo Magno e i Mori di Spagna (anche se gli storici non sono d'accordo), la figura di Orlando da re Artù ai pupi siciliani

A Roncisvalle, dove nacque l'identità europea

L’oracolo moderno che è diventato Wikipedia asserisce che il 15 agosto è l’anniversario della battaglia di Roncisvalle che, storicamente, sarebbe avvenuta nel 778. Per gli storici non sarebbe stata che una scaramuccia, peraltro combattuta (forse) nemmeno contro gli eserciti della Spagna saracene ma tra i franchi e alcune bande organizzatissime e agguerrite di baschi, un episodio trascurabilissimo che si diluisce al confronto delle mille altre imprese carolingie. Eppure, a Roncisvalle si fece la storia (culturale) d’Europa.

Dobbiamo all’episodio di Roncisvalle una parte fondamentale della letteratura europea, condivisa da popoli che oggi – nonostante le bandiere stellate, i parlamenti comuni e l’unica monete – sono molto più divisi di quanto lo fossero al tempo di Carlo Magno. E dobbiamo alla Chanson de Rolande, e al suo bardo Turoldo (chiunque egli sia stato) la nascita, o forse il rinnovarsi, di un’anima europea autentica attraverso il millenario "strumento" del racconto poetico dell'epica.

La storia della Chanson è arcinota: Gano di Maganza, perfido traditore, viene inviato in ambasceria ai Mori che però convince a fingere pace inducendoli a un piano astuto per sgominare la retroguardia in ritirata dell’esercito franco, comandata dal suo irriducibile avversario, il figliastro Orlando. Che, da paladino qual è, cavaliere guidato da un rigidissimo codice d’onore, non abbandona la spada Durlindana né i compagni, in pochi contro i molti. E solo quando è ormai allo stremo delle forze, decide di affidarsi al potente richiamo di Olifante, il corno meraviglioso che a lui ha donato Carlo Magno, nel poema saggio e canuto sovrano.

Il personaggio di Orlando è vivo nella letteratura, nel teatro, nelle rappresentazioni. La chanson de geste, come genere, sarà portata a compimento tempo dopo, con i romanzi del ciclo bretone, di re Artù e della Tavola Rotonda. Orlando, poi, è immenso e Furioso nell’Ariosto e diventa Rinaldo nell’Opera dei pupi siciliana. Qualunque forma abbia assunto il mestiere di canta-storie, il personaggio del paladino irriducibile e incorruttibile ha trovato posto, spazio e considerazione. Orlando è figura a sé. Come Achille, come Ettore, come Ulisse, come Giasone, come Enea, come Lancillotto e re Artù. C'è una cosa che li unisce tutti, da Omero fino a Chretien de Troyes, passando (obbligatoriamente) per Virgilio: il coraggio di essere uomini fino in fondo.

Perché a Roncisvalle, molto probabilmente, non avvenne niente di che.

Solo, nacque l’autentica identità europea, la stessa che oggi – troppo lontana dalla modernità fatta di indici di Borsa, speculazioni, tasse e fabbriche di diritti – non può interessare a nessuno.

Commenti