Se l'investimento è a regola d'arte

Investire nell'arte. Il nuovo oro: come salvare i propri risparmi dalla crisi (Sperling&Kupfer, pagg. 224, euro 17,90, prefazione a cura Francesco Micheli) di Claudio Borghi ha innanzitutto il grande merito di riscattare la figura dell'economista che decide a un tratto di occuparsi di cultura, e al quale basta che alla fine tornino i conti ignorando il criterio della qualità (un Picasso degli anni Trenta costerà sempre più di uno degli anni Sessanta). Alla praticità del manuale agile, che non si perde in teorie astruse di molti suoi colleghi, aggiunge l'entusiasmo del vero appassionato. La sua rubrica su Twitter «Un quadro al giorno» dimostra che si può essere competenti e sintetici.
Collezionare arte è certo una forma d'investimento, ma a condizione che vi sia un autentico trasporto nei confronti di questi beni; il collezionista, inoltre, è come il vino e migliora con il tempo, diventando sempre più esperto e raffinato. Nel saggio Borghi mette insieme le istruzioni per l'uso fondamentali a chi voglia iniziare a muoversi nella giungla del mercato, condendole di note storiche, aneddoti interessanti e numeri. Condividiamo il suo punto di vista: la svolta, l'entrata nel sistema globale, va collocata intorno all'anno 2000. Mentre il mondo tremava per l'attentato al World Trade Center e il crollo delle Borse, l'arte contemporanea decollava raggiungendo vette impensabili, trasformandosi quindi da fenomeno di nicchia a vero e proprio «asset class». Però bisogna conoscere le regole per non incappare nelle trappole implicite in ogni contrattazione. E Borghi spiega come e dove comprare, nelle gallerie, nelle fiere, nelle televendite e nelle aste, mettendo in luce il prezzo finale dell'opera (bisogna saper calcolare percentuale all'asta, Iva e diritto di seguito) e chiarendoci perché può costare più o meno a seconda di dove viene acquistata.
Un saggio da tenere sempre pronto a portata di mano in caso di dubbi. Collezionare conviene.

Dare un senso alla propria ricerca, circostanziandola a una determinata tendenza, linguaggio o periodo storico, la rende matura e invoglia alla perfezione.