Cultura e Spettacoli

Un thriller storico all'italiana: Luca Filippi e "Il labirinto occulto"

Dopo Sangue giudeo e L'arcano della papessa, torna Tiberio di Castro: questa volta è nella suggestiva cornice dell'Istria di inizio '500, al servizio del gastaldo di Gorizia

Un thriller storico all'italiana: Luca Filippi e "Il labirinto occulto"

Luca Filippi torna in libreria con Labirinto occulto. Il quarto libro dell'autore romano, appena uscito per Leone Editore, è infatti senza dubbio la sua opera più matura, e il fatto che in poche settimane abbia già sbaragliato i risultati di vendita dei precedenti ne è solo la logica conseguenza. E se ne sono accorti anche all'estero, visto che i diritti di traduzione sono stati già venduti in Spagna e in Albania, e in un momento di crisi economica come questo è davvero un fatto da sottolineare.

Il protagonista è ancora lo speziale Tiberio di Castro, come nei precedenti Sangue giudeo e L'arcano della papessa, che questa volta ritroviamo però nella suggestiva cornice dell'Istria di inizio '500, al servizio del gastaldo di Gorizia, città in cui è stato costretto a rifugiarsi per aver pestato i piedi al papa Alessandro VI. Tiberio viene incaricato delle indagini sull'omicidio di un mercante di libri, giunto in città per parlare con un emissario dell'imperatore, e scopre che il mercante era in possesso di un manoscritto risalente alla civiltà di Atlantide. Quando però anche l'emissario viene trovato morto, i sospetti ricadono sullo speziale. Tiberio fugge dalle prigioni del gastaldo grazie all'aiuto del misterioso frate dalla forza prodigiosa Jean Christophe, assoldato dalla figlia del mercante, la bellissima Isabella. La donna vuole che Tiberio la aiuti a ritrovare il manoscritto prima che ci riescano gli uomini dell'imperatore, ma per farlo essi dovranno intraprendere un'avventurosa fuga lungo le coste dell'Istria, in un territorio infestato di pirati turchi, aiutati nell'impresa anche dal guerriero balcanico Vilko. Come se non bastasse, arrivati infine a Capodistria per imbarcarsi in direzione di Venezia, Tiberio e compagni sono bloccati dal podestà, che ha ordinato di isolare la città perché convinto che un demone sia responsabile di un'epidemia. Toccherà a Tiberio scoprire la verità, prima di raggiungere finalmente la Serenissima dove tutti i nodi verranno al pettine.

Accuratissima come sempre la ricostruzione storica degli ambienti, e davvero suggestiva in particolare è la descrizione della città di Venezia. Nel tratteggiare il personaggio di Tiberio di Castro e nel restituire autenticità alle vicende narrate, Luca Filippi è aiutato, oltre che dalla sua passione per la storia, anche dalla sua professione, in quanto medico ospedaliero. Ma la figura forse più affascinante del romanzo è quella di Guillaume Lafonte, prete francese che da anni trama per impadronirsi dell'ultima reliquia della città perduta e per sedersi sul seggio papale. Attraverso continui flashback, viene ricostruita la vita del religioso e le circostanze che lo hanno portato a un passo dal potere assoluto. Un "cattivo" che risulta davvero credibile e dotato di sorprendente profondità, e che costringe il lettore a rimanere col fiato sospeso fino all'ultima pagina, per scoprire come Tiberio riuscirà a uscire indenne anche da questa avventura.

Un libro che dimostra agli appassionati del genere che anche in Italia ci sono scrittori di valore, forse meno noti e pubblicizzati, ma che meritano di ricevere la stessa attenzione dei loro colleghi d'oltreoceano. Filippi, peraltro, ha solo 37 anni.

Ci aspettano, per fortuna, ancora tanti anni da passare in compagnia dei suoi personaggi.

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