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Cuore, occhi e sudore mettono a nudo i consumatori

Quali sono le tecniche neurofisiologiche su cui si fonda il neuromarketing? Il laboratorio Behavior and Brain Lab di neuromarketing dell'università Iulm di Milano monitora i seguenti indicatori.

Il movimento oculare, con un eyetracker in grado di tracciare il movimento degli occhi e misurare dove si concentra la focalizzazione visiva e quindi l'attenzione del consumatore.

La dilatazione pupillare, che indica il grado di attivazione (non controllabile) alla vista di un prodotto, brand o etichetta.

Il segnale elettroencefalografico del cervello, comunemente noto come Eeg, con cui si misurano le onde cerebrali e si valuta il grado di attivazione cognitiva, memorizzazione e tipologia di emozione (positiva-negativa, bassa-alta).

La sudorazione cutanea detta anche elettroconduttanza della pelle, o resistenza psico-galvanica della pelle. In generale, quando aumenta il sudore, diminuisce la resistenza (elettrica) della pelle.

La variabilità cardiaca, comprendente le misure del battito cardiaco per minuto.

Il consumo di ossigeno (generalmente nel sangue, anche se possono variare i siti nel corpo in cui si compie la rilevazione).

Il livello di tensione o rilassamento del tono muscolare, o, generalmente, l'elettromiografia.

Integrando questi indicatori di attivazione psicofisiologica correlati a uno stato affettivo, o l'attivazione cognitiva connessa alle stimolazioni di comunicazione, e incrociandoli con quelli raccolti con tecniche tradizionali, è possibile migliorare la forza del proprio messaggio valutandone la capacità di attivazione emotiva.

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