Curiamo il dolore cronico

Il dolore cronico in Europa colpisce il 20-25% della popolazione. In Italia, secondo l'indagine Pain in Europe, ne soffre un italiano su quattro. Siamo ai primi posti per diffusione assieme a Norvegia e Polonia. Il 17% degli intervistati di un campione di italiani soffre di dolore cronico da più di venti anni, in media da 5 a 15 anni. Il 58% di questi pazienti non si cura, il restante 48% interrompe di propria iniziativa la terapia.
«Con la legge numero 38 del 2010 la lotta al dolore cronico ha subito una accelerazione. I dolori di tipo oncologico, quelli che colpiscono i pazienti diabetici, quelli muscolari, il mal di schiena (il più diffuso), le cefalee, le artrosi, l'endometrosi sono oggi giustamente affrontati con adeguate cure. Anche il medico di famiglia può combatterli prescrivendo senza eccessivi vincoli burocratici potenti terapie a base di oppioidi forti», precisa il dottor Sergio Pascale, primario di anestesia, rianimazione e terapia del dolore del Gruppo Malzoni di Avellino. E come tale coinvolto nella gestione pre e post operatoria delle pazienti del centro nazionale per il trattamento della endometriosi, coordinato dal dottor Mario Malzoni.
Fino a dieci anni orsono, molti dolori cronici non si consideravano, erano sottostimati. Il paziente doveva imparare a conviverci. «Solo con il miglioramento della diagnostica e la messa a punto di terapie più efficaci, si è iniziato a trattarli. Con l'ecografia si è compresa – precisa il dottor Pascale - l'importanza di alcune patologie, come l'endometriosi che colpisce il 15% delle donne in età fertile. In Europa il 10% delle donne è affetto da endometriosi, causa di infertilità femminile nel 30 - 40% dei casi. In Italia le donne con questa diagnosi sono almeno 3 milioni. É una malattia cronica complessa originata dalla presenza anomala del tessuto che riveste la parete interna dell'utero, cioè l'endometrio, in altri organi quali ovaie, tube, peritoneo, vagina, intestino. Ciò provoca sanguinamenti interni, infiammazioni croniche, aderenze ed infertilità. L'endometriosi è spesso dolorosa (60% dei casi), a volte anche invalidante.Tra i sintomi: dolore pelvico cronico, dispauremia, dolore alla evaquazione ed alla minzione. Altri sintomi frequenti: aborti spontanei, affaticamento cronico, dolori addominali, periodi di stipsi ostinata alternati a diarrea. Si può ottenere una diagnosi certa dell'endometriosi – afferma il dottor Pascale - con esami non invasivi quali l'ecografia, risonanza magnetica nucleare, esami ematici alla ricerca dei marcatori della malattia. A volte è necessaria un'indagine esplorativa in anestesia generale o peridurale,la laparoscopia». Pur rimanendo la chirurgia il Gold Standard della terapia, nel trattamento preoperatorio e nei casi in cui la chirurgia stessa non è risolutiva, la terapia medica è una valida risorsa disponibile. «Gli oppioidi sono tra gli analgesici più usati per il trattamento dei pazienti con dolore cronico moderato-severo, tuttavia, benché siano molto efficaci, il loro uso è condizionato allo sviluppo della Opioid Bowel Disfunction. Le disfunzioni intestinali indotte da oppiacei includono infatti una serie di sintomi. La stipsi ostinata è l'effetto collaterale più frequente. L'innovativa associazione ossicodone –naloxone prevede la combinazione a rilascio prolungato di un oppioide (l'ossicodone) e di un antagonista sistemico degli oppioidi (il naloxone).

Grazie a questa associazione, il farmaco, assunto per via orale, è in grado di produrre un ottimale effetto antalgico prevenendo l'insorgenza della stipsi indotta da oppioidi, come dimostrato da uno studio ancora in corso presso il nostro Centro i cui risultati preliminari sono già stati presentati in diversi convegni».

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