Cultura e Spettacoli

Dai vasi cinesi di Pio IX alla Saetta del re: il Quirinale mostra i suoi tesori

Quadri, auto, foto d'epoca, arazzi, oggetti d'arte nella «casa della nazione». Dal 30 novembre al 17 marzo una mostra sui gioielli del palazzo concluderà le celebrazioni per i 150 anni dell'unità d'Italia. Napolitano. «Da qui i capi di Stato hanno vegliato nella buona e cattiva sorte, sulle sortio del Pese»

Lunga, maestosa, scintillante: ecco a voi la «Saetta del re», la Fiat del 1910 usata da Vittorio Emanuele III per le sue uscite da Palazzo. Un'auto avanzatissima, quasi moderna rispetto alla sua vicina, la vetusta Troika, che al confronto sembra un divanetto con le ruote. E quella foto sgranata ritrae il re con il suo seguito mentre, nel 1925, va in visita in una fabbrica di Piombino. Poi, indietro nel tempo, quell'olio del 1879 di Gerolamo Induno, con Garibaldi che, appoggiandosi al bastone, si trascina al cospetto di Vittorio Emanuele II. E i libri, gli oggetti d'arte, i documenti d' archivio, i quotidiani, le registrazioni sonore, le riprese dei cinegiornali e delle tv.
Sono solo alcuni dei «pezzi» storici che da mercoledì 30 novembre al 17 marzo 2012 verranno esposti tra il Cortile d' onore e le sale del piano nobile. «Il Quirinale. Dall' Unità d'Italia ai nostri giorni», è il titolo della mostra che conclude i festeggiamento del 150esimo anniversario. É lo stesso Giorgio Napolitano a presentarla: «Questa è la casa degli italiani e da qui re e presidenti da capi di Stato hanno vegliato, nella buona e nella cattiva sorte, sul farsi e sul crescere del nostro Stato nazionale unitario. Questa mostra vuole rendere l'immagine e il senso dell'impulso e dell'influsso che dal Quirinale si sono trasmessi al corpo vivo delle istituzioni e della società nell'età monarchica e nell'età repubblicana».
Il filo conduttore dell'esposizione è costituito dalla «funzione di rappresentanza dell' unità nazionale» che lo Statuto Albertino prima, e soprattutto la Costituzione poi, hanno conferito al capo della Stato. La parte storica e documentaria della mostra (curata da Paola Carucci e da Louis Godart) segue un percorso cronologico-tematico che attraversa la monarchia e la Repubblica. Il periodo dei Savoia è a sua volta articolato in una prima parte, che va dal 1870 al 1922, dedicata a Vittorio Emanuele II, a Umberto I e alla prima fase del regno di Emanuele III. La seconda è destinata al ventennio fascista. La terza infine, riguarda il periodo della transizione, dall' 8 settembre 1943 al referendum del 2 giugno 1946. Nella consultazione popolare si vota per la riforma istituzionale e l'assemblea costituente eleggerà il capo provvisorio dello Stato.
Con la proclamazione del risultati del referendum, che decretano la vittoria della Repubblica, e con la partenza per il Portogallo di Umberto I, ha inizio una nuova fase della storia italiana. E qui comincia pure la parte dell' esposizione dedicata alla Repubblica. L'antico Palazzo dei Papi diviene residenza dei presidenti della Repubblica: a tutti la mostra riserva un distinto spazio espositivo, con largo uso di fotografie, testate di giornali e documenti.
E si giunge così alla parte dedicata al patrimonio artistico del Colle, suddivisa in tre segmenti. Il primo è legato al periodo tra il 1861 e il 1870: arazzi, mobili, vasi orientali, dipinti e pale d' altare raccontano gli ultimi anni di papa Pio IX al Quirinale. Il secondo copre il periodo sabaudo, dal 1870 al 1946 e offre diversi capolavori che provengono dalle residenze preunitarie. Il terzo infine abbraccia il periodo repubblicano, dal 1946 a oggi: e qui sono illustrati gli sforzi per valorizzare l'immenso patrimonio del Quirinale.

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