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La «Dea» non è bendata: assoluzioni più facili e pene più lievi per imputati belli

Una ricerca della Cornell University, basata su atti processuali fatti analizzare a un gruppo di studenti improvvisati giudici, ha evidenziato che il loro giudizio veniva influenzato dall'avvenenza del «giudicato. Un quinto di possibilità in più di essere dichiarati innocenti e pene più leggere anche di 22 mesi

Per essere bello Fabrizio Corona è bello, nulla da dire. E questo, secondo uno studio americano, l'avrebbe anche aiutato a rimediare pene più lievi per le sue numerose «marachelle». Anche se 10 anni e 4 mesi, a tanto ammonta la somma delle quattro condanne finora collezionate, non sono certo uno scherzo. Ma, sempre secondo una ricerca americana, avrebbe rimediato mediamente poco meno di un paio d'anni in più se, poniamo avesse avuto il fisico di Carletto Delle Piane.
La giustizia infatti non sarebbe poi così «cieca» come la si raffigura, anzi. Secondo lo studio realizzato della Cornell University, ha un occhio di riguardo per i belli, che avrebbero maggiori chance di essere assolti o comunque di ricevere pene più leggere se giudicati da una giuria popolare.
La ricerca, pubblicata dalla rivista Behavioral Sciences & the Law, ha esaminato il comportamento di 169 studenti di psicologia, classificati in precedenza come giudici «emozionali» o «razionali» in base a un questionario. A entrambi i gruppi sono stati assegnati alcuni casi reali, dei quali potevano esaminare il profilo del sospettato, le prove a carico e le arringhe finali degli avvocati.
«Nei casi più seri, con forti prove e delitti particolarmente gravi, c'era una piccola differenza nelle percentuali di colpevolezza - scrivono gli autori - ma nei casi minori con prove ambigue i giurati erano molto più benevoli nei confronti degli imputati o delle imputate più belle».
Secondo i dati raccolti dai ricercatori un imputato bello ha il 22 per cento in meno di possibilità di essere giudicato colpevole, e in media viene condannato a 22 mesi in meno di carcere. «Le percentuali erano simili in entrambi i gruppi - spiega Justin Gunnell, uno degli autori - questo studio potrebbe influenzare il modo in cui gli imputati scelgono i giurati».
In buona sostanza visto che finora il succitato Corona ha rimediato finora solo condanne, quanto meno contando sulla sua oggettiva avvenenza fisica, avrebbe rimediato sentenze più lievi. Anzi, prendendo per buone le indicazioni della ricerca americana, ogni sentenza avrebbe dovuto essere di 22 mesi più pesante. Ricordiamo i tre anni e otto mesi inflitti dal Tribunale di Milano il 10 dicembre 2009 e tre anni e quattro mesi rimediati dai giudici di Torino il 12 marco 2010 per i «ricatti» ai Vip, a base di foto compromettenti. E ancora un anno e mezzo patteggiato il 5 marzo dopo essere stato scoperto con euro falsi, saliti successivamente a 18 per un secondo episodio contestato il 12 ottobre 2009. Totale dieci anni e quattro mesi, che avrebbero potuto essere sette anni in più.

Sempre secondo la tabella della Cornell University.

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