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La doppia sfida delle banche: più prestiti e il volano «Pir» per far ripartire il Sistema Italia

Bene i finanziamenti (+1,4%) e le famiglie fanno il pieno di mutui casa sfruttando i minitassi favoriti dalla Bce Svolta anche per i pagamenti ora la spesa si fa al cellulare

di Gian Maria De Francesco

La crescita si fonda sulle certezze e queste derivano dalla stabilità. In ambito finanziario un caposaldo dello sviluppo è stato rappresentato dal Quantitative easing della Bce, l'acquisto di titoli di Stato dell'euro zona da parte dell'Eurotower che proseguirà almeno fino a settembre 2018, seppur a ritmo ridotto, e che ha consentito l'immissione di notevole liquidità sul mercato. Risorse che le banche in Italia sono riuscite a dirottare anche verso la propria clientela. I prestiti alle aziende e alle famiglie sono in costante aumento da oltre un anno e hanno superato quota 1.350 miliardi di euro. E anche grazie a questo sostegno finanziario che le compravendite immobiliari sono ripartite mettendo in moto un circolo virtuoso. È anche in virtù della partnership banca-impresa che gli investimenti sono ritornati a incrementarsi. Insomma, una parte del merito della revisione al rialzo del rating italiano da parte di Standard & Poor's è anche di un comparto bancario che ha fatto i conti con la crisi e che, lentamente ma con costanza, ha guardato in faccia il problema dei crediti in sofferenza, scoria tossica della più grande depressione economica mai registrata dal Dopoguerra.

Proprio per questo motivo oggi è necessaria una stabilità ancora maggiore, occorrono certezze ancora più incrollabili. Servono perché la Vigilanza della Bce vorrebbe cambiare in corsa le regole del gioco, costringendo le banche ad accantonamenti ancora più pesanti su quelle sofferenze, una ipotesi che comporterebbe il rischio di una nuova ondata di credit crunch. Ed è per questo motivo che non si può non guardare positivamente alla riconferma di Ignazio Visco alla guida di Bankitalia: non è tempo per i cambiamenti. Perché con le banche non ne va solo del credito, ma anche del risparmio: quello che si incanala nei fondi di investimento (80 miliardi la raccolta nei primi 9 mesi), nei Pir diventati motore di sviluppo delle pmi e nelle polizze (gli sportelli collocano quasi i due terzi della nuova produzione Vita).

Servono certezze perché il mondo bancario sta cambiando, sta progredendo da intermediario del credito a broker di prodotti e di servizi, da luogo fisico (e anche po' austero) a dislocazione dell'universo digitale.

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