Cinema

Un dramma vero sull'ottusità umana

Arriva, nei cinema, con cinque anni di ritardo. Presentato, nel 2018, alla Festa del Cinema di Roma e distribuito (stranamente) solo ora

Un dramma vero sull'ottusità umana

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Arriva, nei cinema, con cinque anni di ritardo. Presentato, nel 2018, alla Festa del Cinema di Roma e distribuito (stranamente) solo ora. Peccato, considerando un cast composto, tra gli altri, da Matthias Schoenaerts, Max Von Sydow, Colin Firth e Lea Seydoux. Che, guardandolo, potrebbe essere catalogato nel classico «disaster movie», tipico di questa stagione cinematografica, se non fosse che, quello che viene raccontato, è realmente accaduto.

Magari, qualche lettore ricorderà anche la vicenda alla quale, all'epoca, la stampa aveva dato, ovviamente, risalto. Ovvero, la storia del K-141 Kursk, il sottomarino russo a propulsione nucleare che, il 12 agosto del 2000, durante una esercitazione militare nel Mare di Barents, durante un lancio di prova, vide un siluro esplodere al suo interno. Lo scafo, compromesso, finì per adagiarsi sul fondo. Subito dopo, una seconda esplosione uccise, quasi immediatamente, 95 marinai dei 118 imbarcati. I 23 restanti si isolarono nel compartimento nove, nella lunga attesa dei soccorsi, facendo i conti con un ossigeno che scarseggiava sempre più.

Il film, diretto da Thomas Vinterberg, tratta dal romanzo Kursk La storia nascosta di una tragedia di Robert Moore (da noi, edito da Rizzoli) racconta il calvario di questi sopravvissuti. In particolare, centrando il racconto intorno alla figura del marinaio Mikhail Averin (il sempre convincente Matthias Schoenaerts) e della moglie Tanya (Léa Seydoux), che guida il gruppo di compagne contro un apparato burocratico che fa poco o nulla per salvare i marinai intrappolati. Una corsa contro il tempo, smorzata da un finale che chi conosce la vicenda già sa.

Le offerte di aiuto giunte da tutto il mondo (qui rappresentate dal commodoro David Russell (Colin Firth) vennero ignorate per troppo tempo, respinte dall'orgoglio e dalla paura di svelare i propri segreti. Un film con il quale, nonostante la drammaticità degli eventi, si fa fatica a empatizzare o a coinvolgersi.

In ogni caso, un bel documento sull'ottusità.

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