Quella dura vita da single. Che costa il 64% in più

Federica Venni

Cenare sul divano davanti alla televisione. Fare la spesa solo in quel supermercato dall'altra parte della città e a quell'ora precisa, sperando prima o poi di trovare qualche simile in cerca d'amore. Magari tra una scatola di tofu precotto e un pacco di quinoa bio.

Spupazzarsi come vecchi zii i figli degli amici al brunch della domenica. Fiondarsi a improbabili vernissage o feste fashion dopo una giornata di lavoro, solo con lo scopo di agguantare l'anima gemella e finire a fare da tappezzeria o reggi-bicchieri per tutta la sera. Scroccare pranzi a genitori, nonni e parenti vari. Sopravvivere agli appuntamenti al buio confezionati da volenterose quanto invadenti coppie di amici sposati. Bluffare vendendo come una scelta libera e consapevole quella che invece, spesso, è una condizione che essere lo zimbello del liceo al confronto era una passeggiata.

Solo per le fatiche cui deve far fronte ogni giorno, il single milanese meriterebbe un premio. Un'indennità. Un assegno di invalidità. Un risarcimento. O, almeno, uno sconto sui kleenex per far fronte ai momenti più difficili o sui fidanzati a noleggio da portare ai matrimoni degli ex compagni di scuola.

E invece no. Scapoloni e zitellone della City lombarda, (..

.)

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