«Ecco il Barometro sull'auto aziendale»

Creare una postazione permanente di monitoraggio sulla mobilità aziendale, capace di leggere in tempo reale i trend del settore. Questo l'intento con il quale Arval ha dato vita, nel 2002, al Corporate vehicle observatory. Dopo i primi passi in Francia, a partire dal 2005 l'esperimento si è esteso ad altri Paesi, Italia compresa. «Un'iniziativa come questa rientra nel nostro Dna societario - spiega Andrea Solari, direttore del Cvo Italia -: Arval è leader di mercato e, in quanto tale, sente la responsabilità di mettere a disposizione di clienti e addetti ai lavori adeguati strumenti di analisi, che consentano di comprendere le evoluzioni del settore».
Tra gli strumenti forniti dall'Osservatorio c'è il Barometro dei veicoli aziendali, studio annuale che nell'ultima edizione è stato condotto su un campione di oltre 4.800 imprese in 16 Paesi (circa 300 in Italia), attraverso interviste a fleet manager e responsabili della mobilità. Scorrendo i risultati del Barometro 2012, alcuni trend emergono con chiarezza. «Uno dei temi su cui abbiamo intercettato un bisogno crescente da parte delle aziende - illustra Solari - è quello relativo all'esternalizzazione dei processi aziendali che ruotano attorno alla flotta. Ottimizzare questi processi, magari attraverso un'integrazione anche sul piano informatico con il proprio partner di noleggio, può davvero rappresentare la nuova frontiera del saving».
Altro fronte caldo è quello della sicurezza dei driver, specie in un Paese come l'Italia, che l'anno scorso ha pagato per gli incidenti stradali un tributo di oltre 4mila vittime e 300mila feriti. «Sono numeri allarmanti - commenta Solari - che a livello di sistema-Paese hanno costi sociali stimati tra i 20 e i 30 miliardi di euro l'anno. Per le aziende, in particolare, le conseguenze di carattere economico riguardano le assenze dal lavoro, le spese assicurative e la necessità di dotarsi di auto sostitutive. Anche per questo, guardano alla sicurezza con un'attenzione maggiore rispetto al passato».
Un'ulteriore priorità che, stando al Barometro, si è ritagliata ulteriore spazio nell'agenda delle imprese è il rispetto per l'ambiente. «Appare consolidata - conferma Solari - la tendenza delle aziende italiane a considerare le emissioni di CO2 come un fattore discriminante nella scelta dei veicoli di flotta. Va però rilevato che, rispetto a quanto accade altrove in Europa, i nostri fleet manager sembrano ancora un passo indietro nell'adozione di soluzioni come i corsi di guida ecologica». In un contesto contrassegnato da una persistente congiuntura negativa, cresce infine l'interesse per gli aspetti legati alla mobilità e produttività della flotta. «Oggi più che mai - conclude Solari - i mezzi devono essere utilizzati di più e meglio, così da consentire un'ottimizzazione dei loro costi di gestione.

Il Barometro ci dice che su questo tema, così come su quelli della sicurezza e dell'ambiente, si focalizzano aziende di qualsiasi dimensione; mentre l'esternalizzazione dei processi, soprattutto amministrativi, riguarda in particolare le grandi imprese».

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