Ecco perché il nucleare non deve più far paura

Il rischio di una nuova Chernobyl è bassissimo, basta pensare al livello di sicurezza delle centrali francesi. Dall'atomo agli organismi geneticamente modificati, sono molte le tecnologie in grado di migliorare la vita

Ecco perché il nucleare non deve più far paura

Tullio Regge

Ricordo i tempi ormai lontani di Primavera Silenziosa (Feltrinelli, pagg. 336, euro 8,50) in cui Rachel Carson denunciava aspramente l’uso eccessivo di pesticidi in agricoltura, opera che ha poi ispirato ricerca, sintesi e l’uso di organismi geneticamente modificati (OGM).
Le culture OGM hanno ormai invaso tutto il mondo ma è vietato coltivarli in Italia, non è possibile in ogni caso bloccare l’importazione di cibi che li contengono.

Importiamo dalla UE derrate alimentari OGM non inquinate da pesticidi e a costi inferiori di quelli praticati in Italia. Il danno economico inflitto al nostro Paese non sembra preoccupare i nostri ambientalisti. Rendiamoci conto inoltre che è possibile modificare il gene del vegetale in modo che le modifiche indotte non appaiano nella parte edibile ma solo a scopo difensivo nelle componenti aggredite dai parassiti.

Di grande importanza anche economica è il problema dell’energia. In Italia non esistono impianti nucleari e siamo costretti ad importare energia nucleare prodotta in impianti situati appena al di là dei confini ma, ovviamente, anche combustibili fossili. A chi propone il ritorno al nucleare si rinfaccia sempre l’incidente ormai remoto di Chernobyl che si è svolto sotto criteri di sicurezza disastrosi ed oggi irripetibili.
In Francia sono in funzione circa sessanta impianti nucleari alcuni dei quali situati appena al di là dei confini con l’Italia e che riforniscono il nostro Paese. In nessuno di questi impianti si sono verificati incidenti che abbiano posto in pericolo vite umane.

Ho visitato una centrale nucleare francese ed ho chiesto al tecnico se avevano avuto incidenti. Un incidente è stato causato da una furiosa grandinata che ha danneggiato le tegole di un tetto che copriva il guscio di cemento in cui era rinchiuso il reattore ma senza provocare danni all’interno.

Zone fertili del globo sono purtroppo coperte da culture di tabacco, droga micidiale ma purtroppo resa rispettabile da celebri film di Hollywood al tempo in cui le multinazionali del tabacco pagavano cifre folli ad attori famosi pur che fumassero sul set. Ne risultò una strage in cui morirono attori noti, tra cui Humphrey Bogart. Nella popolazione mondiale il fumo causa tuttora circa 5 milioni di decessi/anno, circa 90mila nel nostro Paese, dieci volte circa il numero di decessi/anno causati dal traffico automobilistico. Il tabacco è «droga» molto più pericolosa dei pesticidi e delle droghe convenzionali. Notiamo infine lo spaventoso buco nel bilancio, miliardi di euro/anno di diritti versati nelle tasche delle multinazionali USA per la manifattura fatta in Italia di prodotti in stile USA.

Purtroppo l’ambientalismo doc è del tutto indifferente ai danni sia ambientali che economici e alla salute provocati dal tabagismo. Ritornano alla mia memoria vicende ormai lontane del 1989, anno in cui si svolsero le elezioni per il Parlamento Europeo III. In quei giorni fui avvicinato da un gruppo ambientalista che mi voleva presentare come candidato ed accettai di partecipare ad un loro incontro nelle Marche.

Mi pareva di andare d’accordo con loro su molti punti sul programma ambientale ma rimasi deluso quando incontrai un gruppo di tedeschi residenti in loco che coltivavano tabacco e che, ovviamente, reagirono con durezza alla mia osservazione secondo cui il fumo era un potente agente cancerogeno.

L’incontro mi deluse e mi convinse a presentarmi come candidato in un altro gruppo politico.

Rendiamoci infine conto di altri problemi. Una fonte di sofferenza e anche di morte prematura sono i difetti genetici in tutti gli esseri viventi ma in particolare tra gli umani. L’immunodeficienza genetica priva sin dalla nascita dei poveri esseri di un sistema immunitario che li difenda da malattie di poco conto, come ad esempio un banale raffreddore. Io stesso mi muovo su di una carrozzina perché sono afflitto da una forma per fortuna non letale di difetto genetico, una distrofia muscolare. Ricordo la saga ormai leggendaria dei «bubble babies», quei poveri esseri che potevano vedere il mondo solo se rinchiusi entro una armatura sigillata ed impenetrabile.

È oggi possibile, anche in Italia, correggere molti di questi difetti genetici tra cui appunto quello dei «bubble babies» che finalmente possono condurre una vita normale. La risposta ambientalista è stata gelida «non si sa cosa possa fare all’ambiente». Le sofferenze di questi poveri esseri e delle loro famiglie non potevano importar loro di meno...

Diamoci da fare, affinché la scienza sia usata a fin di bene e

non per uccidere come è accaduto a Hiroshima e Nagasaki. Ma ricordiamoci anche che il bombardamento di Amburgo effettuato a fine guerra mondiale con bombe al fosforo ha fatto più vittime delle atomiche. Diamoci da fare.

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