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Ecco il Putin cristiano: "Battezzato in segreto sfidando il comunismo"

"Fece tutto mia madre, mio padre non voleva". I dubbi: vera fede o propaganda in vista delle presidenziali?

Ecco il Putin cristiano:  "Battezzato in segreto  sfidando il comunismo"

Putin bambino: 1952, intorno un vecchio mondo comunista in un’Unione Sovietica ancora superpotenza mondiale e con l’ateismo nell’anima. Un anno ancora e Stalin sarebbe morto, e suo nonno, Spiridon Putin, aveva già prestato servizio come cuoco nella dacia di Lenin e del suo successore. Quando, una mattina d’ottobre, il piccolo Vladimir viene alla luce, la mamma, Maria Ivanovna Putina, ha un solo desiderio nel cuore: battezzare il suo bambino. Una sfida che sembra impossibile. Il padre, uomo severo e coerente è funzionario del Partito comunista e ateo convinto. Di battezzare il piccolo non se ne parla. Neppure se ne può discutere.

Non ha altra soluzione la donna se non avvolgere il bimbo in una copertina e portarlo nella cattedrale di San Pietroburgo e battezzarlo di nascosto. Un segreto che sessant’anni dopo lo stesso Putin ha voluto svelare alla messa di mezzanotte del Natale ortodosso, in quella stessa cattedrale. Confessione suggestiva e riuscitissima, all’uscita dalla chiesa, circondato dai microfoni dei cronisti accalcati. Natalizio. Ne è venuto fuori un uomo diverso, quasi commuovente, con le televisioni che hanno trasmesso immagini di lui seduto in prima fila a pregare vicino alle candele accese. «È proprio qui che sono stato battezzato in segreto da mia madre ai tempi di Stalin ha confidato Vladimir ai cronisti accalcati. Mio padre- ha continuato- era inscritto al Partito ed era un uomo tutto d’un pezzo. Mia madre quel giorno sfidò la contrarietà di mio padre e, accompagnata da un vicino, ha fatto quello che credeva giusto». Un luogo particolarmente caro a Putin la cattedrale come spiega lui stesso: «È qui che si sono svolti i funerali dei miei genitori, per questo è un luogo per me così caro».

Mai si era visto un Putin così intimo e privato, dai commenti dall’insolito tono personale. Si tratta di un momento di commozione o piuttosto un messaggio ad effetto da giocare a favore della campagna elettorale che lo vede nettamente favorito per tornare al Cremlino?
Le presidenziali di marzo sono dietro l’angolo, e i cronisti si interrogano. Proprio lui che, come agente del Kgb, aveva imparato a stare il più possibile lontano dalla religione, lui che deve il suo successo all’immagine di uomo duro, di ferro, distaccato. Oggi Putin si dichiara cristiano praticante, la conversione risalirebbe al 1993, quando la moglie rischiò di morire in un incidente. Al collo porta sempre la croce battesimale che la mamma gli regalò prima di un viaggio ufficiale in Israele.

Conversione a parte, non è un segreto che la chiesa ortodossa sia sempre stata alleata di Putin. Per questo la frase pronunciata ieri dal capo della Chiesa ortodossa è sembrata un po’ una doccia fredda. «Il Cremlino non deve ignorare le recenti manifestazioni di massa contro le presunte frodi elettorali alle elezioni legislative del 4 dicembre scorso- ha detto il Patriarca Kirill. «Sarebbe un segnale molto negativo se le autorità ignorassero le proteste».

L’ultima grande manifestazione contro i brogli alle elezioni vinte dal partito del Primo ministro Putin, ha visto la partecipazione, il 24 dicembre, di 100mila persone nel centro di Mosca: la più imponente marcia antigovernativa dall’era sovietica. Malizioso vedere un collegamento tra la confessione pubblica e la bacchettata di alleati così importanti?

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