Economia e finanza

Apple, la causa sul monopolio iPhone manda in fumo 113 miliardi di dollari in un giorno

Un tempo la maggior azienda mondiale con tre trilioni di dollari, in 24 ore la Apple ha perso oltre 100 miliardi sul valore di mercato

Apple, la causa sul monopolio iPhone manda in fumo 113 miliardi di dollari

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Il "terremoto" che ieri, giovedì 22 marzo, ha scosso la big tech Apple dopo la notizia della causa intentata dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e sedici procuratori di stati americani che hanno accusato Cupertino di violare il regolamento antitrust sul monopolio illegale nel mercato degli iPhone è costato caro in tutti i sensi. Se inizialmente a Wall Strett il titolo Apple perdeva il 3,6%, è andato molto peggio in chiusura di giornata con un crollo del 4,1% e una perdita di 113 miliardi di dollari sul valore di mercato.

Le perdite Apple

Le notizie per gli investitori e per la multinazionale sono ancora più nere se si pensa che da inizio 2024 le perdite arrivano all'11%. Sembrano lontani anni luce i tempi in cui si parlava delle Apple come l'azienda di maggior valore del globo con un valore addirittura superiore ai tre trilioni di dollari. Da anni la "Mela" detiene un fatturato sugli iPhone talmente grande da superare il Prodotto Interno Lordo di alcuni Paesi secondo le stime del ministro della Giustizia americano, Merrick Garland. Questa enorme ricchezza, secondo le accuse, sarebbe stata accumulata per la concorrenza sleale nei confronti di altre aziende e sviluppatori le cui tecnologie sono state limitate enormemente. Per anni Apple si sarebbe arricchita "sopprimendo" i suoi concorrenti sul mercato tant'é che le autorità di regolamentazione, adesso, hanno deciso di vederci chiaro.

I problemi con la Ue

La causa americana accusa Apple di impedire ai rivali di avere accesso alle funzionalità hardware e software dei suoi popolari dispositivi, in maniera particolare su prodotti come iPhone, iPad, Smartwatch. Il sentore che il vento della ricchezza stesse cambiando è già arrivato non più tardi di un paio di settimane fa quando l'Unione Europea ha comminato una super multa a Cupertino, pari a 1,8 miliardi di euro, per la musica in streaming. "Apple ha limitato la capacità degli sviluppatori di app di informare gli utenti dei suoi dispositivi su opzioni alternative più economiche per acquistare musica disponibile su Internet al di fuori dell’ecosistema Apple. Questo è illegale e ha avuto un impatto su milioni di consumatori europei", ha affermato stizzita la vicepresidente della Commissione europea, Margrethe Vestager, alla stampa.

Uno più uno fa sempre due: si tratta di due casi differenti nella forma ma molto simili nella sostanza. Si tratta di limitazione, esclusione, che Apple ha fatto sia per la musica online che sui prodotti hardware e software, due facce della stessa medaglia. "Arriva un punto in cui la pioggia di casi e i controlli che ne derivano diventano un vero ostacolo al modo in cui operano queste società”, ha affermato a BusinessStardad Bill Kovacic, professore di antitrust presso la George Washington University Law School. "Anche se vincono, hanno perso in modo importante".

La difesa di Apple

Preparando una battaglia legale che è soltanto agli inizi, dal canto suo la Apple si ritiene pressoché estranea alle accuse: se alla Commissione Europea aveva risposto di non avere in mano "prove credibili di danni ai consumatori" ignorando "la realtà di un mercato fiorente, competitivo e in rapida crescita", sulla causa americana ha scritto una nota in cui parla di errori "nei fatti e nella legge", spiegando che la causa legale "costituirebbe un pericoloso precedente, consentendo al governo di esercitare un ruolo pesante nella progettazione della tecnologia delle persone” promettendo di "difendersi vigorosamente da essa".

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