L'Agenzia delle entrate è pronta a partire con i nuovi controlli fiscali che saranno realizzati attraverso l'utilizzo dell'intelligenza artificiale: algoritmi e machine learning contro l'evasione fiscale in grado di individuare gli evasori.
Proprio nel corso della giornata di ieri è arrivato il via libera del Garante privacy, che ha consentito i controlli fiscali predittivi con osservazioni al trattamento dei dati dei contribuenti che rispetto alla privacy subirà delle limitazioni. Tanti gli aspetti da valutare, si va dalla trasparenza del trattamento e agli obblighi informativi nei confronti dei contribuenti interessati fino al diritto di limitazione di trattamento ed alle misure che tutelano i diritti e le libertà dei contribuenti. Di particolare importanza, per il Garante, sarà quel meccanismo messo a punto dal Fisco per tutelare l'identità dei soggetti selezionati per essere sottoposti ai controlli. Si parla di pseudonomizzazione, mezzo mediante il quale Agenzia delle entrate si impegna a proteggere la privacy dei contribuenti.
A tal proposito, secondo il Garante, "il ricorso alla pseudonimizzazione al fine di impedire, in presenza di dati finanziari, l'identificazione diretta degli interessati" si deve basare su tecniche efficaci rispetto alla grande quantità di informazioni in possesso del Fisco. L'identità delle persone deve essere ben protetta, in modo che siano ridotti i rischi di re-identificazione. Non basta infatti nascondere l'identità di un soggetto per impedire il suo riconoscimento, dal momento che fra i dati vi sono anche i cc.dd. o altre informazioni.
Per quanto concerne l'algoritmo incaricato di individuare gli evasori, Italia Oggi spiega che "per le attività di analisi del rischio di evasione fiscale, con riferimento all'utilizzo dei dati contenuti nell'archivio dei rapporti finanziari, l'Agenzia delle entrate, anche previa pseudonimizzazione dei dati personali, si avvale delle tecnologie, delle elaborazioni e delle interconnessioni con le altre banche dati di cui dispone". Nel data set di analisi ed in quello di controllo sono raggruppati tutti i criteri di rischio. Nel primo caso, il Fisco si riferisce a quei dati utili per verificare la presenza di rischi fiscali, e le informazioni raccolte saranno conservate per 8 anni. Nel secondo set di dati, invece, saranno raccolte le posizioni fiscali dei contribuenti (con ricorrenza di uno o più rischi) nei confronti dei quali potrebbero scattare dei controlli. I dati saranno conservati per ben 10 anni.
Come riportato da Italia Oggi, Agenzia delle entrate procederà seguendo la seguente procedura: individuazione della platea di riferimento, scelta delle basi dati, definizione del criterio di rischio, scelta e implementazione di modelli e tecniche
di analisi deterministica/stocastica, verifica della corretta applicazione delle tecniche utilizzate nell'analisi, creazione del dataset di controllo, e infine test su un campione casuale rappresentativo della popolazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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