Coronavirus

La promessa di Gualtieri: in aprile rimborso delle tasse

"Ristoro per chi ha versato imposte su utili non fatti". L'Inps stoppa i versamenti contributivi dei dipendenti

La promessa di Gualtieri: in aprile rimborso delle tasse

«I 25 miliardi sono bastati e abbiamo attuato una sospensione delle tasse. Dal mese di aprile faremo un ristoro, calcolando la riduzione di fatturato». Il ministro dell'Economia, Gualtieri, in una intervista a Rainews, ha anticipato uno dei contenuti del decreto che sarà emanato il mese prossimo e che, dunque, rimborserà aziende e partite Iva che comunque hanno versato o verseranno anticipi di imposta superiori ai magri introiti attesi per quest'anno. Senza contare che per alcune di esse la soglia di fatturato (il Cura Italia salvaguarda chi ha ricavi fino a 2 milioni) o la categoria merceologica, non hanno consentito un rinvio del saldo Iva del 2019 e di contributi e ritenute per febbraio 2020.
Per questo motivo, ha spiegato Gualtieri, «ad aprile potremo calibrare meglio gli interventi anche di ristoro, in favore di chi ha subito cali di fatturato o fermo delle attività». Tecnicamente, sottolinea l'esperto di fiscalità Gianluca Timpone, «con la fatturazione elettronica si può calcolare la riduzione di ricavi ma questa modalità funziona bene per le attività commerciali, non per i professionisti che hanno una forte variabilità di entrate a seconda del periodo dell'anno». In ogni caso, rimarca, «il parziale ristoro non compenserà mai la notevole perdita di fatturato che minerà la sopravvivenza di molte imprese».
«Sappiamo bene che quando un Paese si ferma, per le imprese e per i cittadini rispettare le scadenze fiscali può essere impossibile», ha affermato il titolare del Tesoro precisando che «uno degli obiettivi principali del decreto Cura Italia è quello di non far perdere posti di lavoro: c'è un blocco di licenziamenti e cassa integrazione ordinaria o in deroga estesa a tutti i settori sul territorio nazionale». Su questo punto Timpone ha tuttavia avanzato dei dubbi. «Da una parte, la maggioranza dei dipendenti è destinata a non rientrare in attività a causa della depressione economica generata dalla pandemia», ha specificato sottolineando che «sarebbe meglio estendere la cassa in deroga per evitare una crescita dei disoccupati e favorire un progressivo riassorbimento della forza lavoro in eccesso». In secondo luogo, «è strano che non si sia disposto il rinvio anche per gli avvisi bonari e per gli accertamenti con adesione che riguardano imposte dichiarate e non versate o accordi sottoscritti tra contribuenti ed Entrate». Per l'esperto di materie tributarie «il costo delle misure anticrisi diventerà insostenibile se non si procederà a un'amnistia fiscale che consenta di recuperare 50-60 miliardi di euro e alleggerire il maggior deficit che si creerà».
Sul versante previdenziale e assistenziale la giornata di ieri è stata caratterizzata da una parziale schiarita sul versante attuativo del decreto Cura Italia. L'Inps ha reso noto che saranno sospesi anche i versamenti contributivi per la quota parte dei lavoratori dipendenti. Le imprese colpite dalla crisi potranno onorare gli adempimenti, una volta ripresa l'attività in un'unica soluzione oppure in cinque rate senza sanzioni e interessi. Prorogati anche i termini per la presentazione delle domande Naspi, Dis-coll (disoccupazione dei collaboratori coordinati e continuativi) e disoccupazione agricola. Il sottosegretario all'Economia, Cecilia Guerra ha ribadito che «gli iscritti alle casse professionali potranno accedere all'indennizzo di 600 euro».

Avvocati, ingegneri e rappresentanti sono salvi.

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