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S&P spinge l'Europa e taglia il Pil cinese

La crescita attesa sale allo 0,6%. Ma preoccupa la frenata del Dragone

S&P spinge l'Europa e taglia il Pil cinese

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Se il quasi-golpe in Russia, almeno ieri, non ha scatenato il panico sui mercati, di certo aumenta ancora il livello di incertezza. E costringe i banchieri centrali, riuniti a Sintra per il forum annuale organizzato dalla Bce, a misurarsi con un nuovo rischio: il futuro della Russia. Non è un tema ufficiale e non sarà al centro dei dibattiti previsti che affronteranno invece quello della maxi-inflazione.

Secondo S&P la stretta ai tassi della Bce sta comunque funzionando, tanto che l'agenzia di rating rivede al rialzo (dallo 0,3% allo 0,6%) le previsioni sul Pil europeo per il 2023. In compenso, però, l'inflazione resterà sopra 2% fino al 2025. È il cruccio dei banchieri centrali, stretti tra la necessità di raffreddare i prezzi e il tentativo di non affossare del tutto l'economia. Allo stato la modesta crisi in cui è piombata l'Eurozona non fa troppa paura. Ma non bisogna trascurare i segnali in arrivo dalla Germania, la prima a finire in recessione: l'indice Ifo è sceso a giugno oltre le stime, toccando gli 88,4 punti (91,5 a maggio) e anche le aspettative di business restano deboli.

Malgrado questo la Bce anche a luglio dovrebbe proseguire con un altro rialzo dei tassi da 25 punti base. La presidente Christine Lagarde lo aveva già anticipato a metà giugno, quando il board ha rivisto al rialzo le stime dell'inflazione. Ma se la mossa di luglio è data per acquisita, anche dai mercati, su settembre si riapre lo scontro tra falchi e colombe. E al vertice portoghese anche l'americana Fed potrebbe dare qualche indizio sui prossimi passi.

Il quadro macro-economico, intanto, si complica anche per la Cina: S&P ha tagliato le previsioni di crescita del Pil del Dragone nel 2023 al 5,2% dal 5,5% precedentemente stimato, sulla scia degli ultimi dati macro deludenti. «Il principale rischio di crescita al ribasso per la Cina - si legge in una nota - è che la ripresa perda sempre più slancio a causa dei consumi deboli e consumatori e di un mercato immobiliare che non riesce a risollevarsi».

La mancanza di importanti stimoli politici aumenterà il rischio, avverte l'agenzia di rating, aggiungendo che un grave rallentamento potrebbe innescare misure significative per contenere i rischi al ribasso.

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