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"Tim, Consob vigili sul titolo in Borsa"

Il cda ripristina (14 voti favorevoli su 15) il vecchio regolamento sul conflitto di interessi

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Mentre Vivendi non molla la presa e fa causa a Tim per la vendita della rete, il titolo della tlc continua a muoversi come se fosse sulle montagne russe. Anche ieri, infatti, è tornato a salire del 5,4% a quota 0,26 euro dopo la discesa del giorno precedente. Su questo tema ha tuonato ieri l'amminiastratore delegato, Pietro Labriola, a margine della presentazione del nuovo microchip per la cybersicurezza alla presenza del ministro del Made In Italy, Adolfo Urso. «Abbiamo fatto tutto quanto secondo la normativa vigente quindi andiamo avanti e vediamo», ha detto riguardo al via libera del cda all'offerta di Kkr per la rete, «quello a cui fare attenzione, su cui invito anche la Consob a fare attenzione, è che Tim stranamente è un titolo che subisce fluttuazioni sulla base di indiscrezioni».

E a proposito di indiscrezioni anche ieri, su Bloomberg, ha ripreso a circolare una vecchia voce sul fatto che il primo socio francese stia «valutando opzioni» sulla sua quota, pari al 23,7%, inclusa la vendita. Vivendi, del resto, ha già svalutato il suo investimento da quattro miliardi, su cui ne sta perdendo tre. Anche se l'atteggiamento, per il momento, non è certo quello di chi ammaina le bandiere visto che oggi, molto probabilmente, presenterà in Tribunale un ricorso per bloccare la cessione della rete a Kkr per 22 miliardi, ritenuta «illegittima» poiché il cda ha accettato la proposta senza passare dal parere dei soci. A partire dal loro: per i francesi, un'operazione di tale portata avrebbe dovuto passare al vaglio di un'assemblea straordinaria, una sede in cui avrebbero fatto valere tutta la contrarietà a una vendita chiusa a un valore molto distante dai loro desideri (31 miliardi).

Ieri, nel frattempo, il consiglio d'amministrazione di Tim ha concesso al fondo americano Kkr una proroga fino a «fine gennaio 2024» per completare la due diligence e arrivare quindi a un'offerta migliorativa per Sparkle, la società dei cavi internazionali che in prospettiva finirà sotto il controllo del ministero dell'Economia e delle Finanze. Il cda ha inoltre ripristinato il vecchio regolamento sul conflitto d'interessi, che Vivendi aveva voluto cambiare in considerazione della posizione di Giovanni Gorno Tempini e del suo doppio ruolo in Cassa depositi e prestiti e Tim. La decisione è stata presa con 14 voti favorevoli e uno solo contrario, da parte di Massimo Sarmi, espressione del socio francese. Modificato anche il calendario societario 2024, con la presentazione del piano industriale 2024-2026 nella riunione consiliare del 6 marzo. Mentre il Capital Market Day si terrà il giorno successivo.

Il board ha intrapreso una discussione preliminare sull'ipotesi di presentare una sua lista di candidati. Nel corso della mattinata Labriola si era già detto disponibile a un nuovo mandato: «Non sono io a decidere», ma «nel momento in cui ci fosse la disponibilità» dei soci «mi sento moralmente responsabile» di concludere «un progetto che è stato approvato dal cda e su cui stiamo andando avanti». Labriola era stato voluto due anni fa dalla stessa Vivendi, un rapporto che si è poi trasformato in uno scontro feroce dopo la vicenda dello scorporo della rete. Ma se Labriola, sostenuto da Cdp, potrebbe rimanere anche in futuro al centro della scena, chi è destinato a lasciare l'azienda è il presidente Salvatore Rossi.

A ufficializzarlo è la stessa Tim in una nota in cui spiega che «il presidente Rossi ha comunicato di non intendere presentare una propria candidatura, ritenendo che la sua esperienza di oltre quattro anni in Tim debba avviarsi naturalmente a conclusione».

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