Controcultura

"Edicola Fiore" fa ridere ma è tv vecchia

Il programma di Fiorello altro non è che la riproposizione di uno schema consolidato che nulla toglie e nulla ggiunge a quanto va in onda da tempo in tv

"Edicola Fiore" fa ridere ma è tv vecchia

È la tv del cazzeggio intelligente, quella che non si capisce bene perché riesce ad assestarsi su un QI elevato, anche se di fatto non esprime un granché oltre alle smorfie e alle mossette da cabaret. Però piace, e molto, a un pubblico avvertito e colto, erede storico dei grandi programmi di Renzo Arbore fin dai tempi radiofonici di Alto gradimento, anche se di quella comicità esilarante, trasmigrata poi sul piccolo schermo con Quelli della notte e Indietro tutta non è che sia rimasto molto.

Ammetto di non essere mai stato un fan di Fiorello: a parte alcune irresistibili imitazioni non mi fa troppo ridere. Su questo ho spesso discusso perché lo showman invece piace, e molto, a spettatori di ogni fascia d'età. La sua capacità di intrattenere, appresa quando era animatore nei villaggi turistici, si basa sulla formula consueta di ripetere con insistenza parole e gesti. Però è disordinato nel costruire trame, strutture che evolvano, tanto che i suoi programmi si possono seguire distrattamente, facendo altro proprio come accade la mattina presto all'ora di colazione, appena prima di accompagnare i figli a scuola.

Torna così su Sky1 alle 7.30 il fortunato mini show Edicola Fiore: una mezzora di casino assortito retto dal pretesto di leggere le notizie fresche sui giornali cartacei. In realtà è un contenitore di personaggi, amici, scherzi, battute. Sono così divertenti? Forse è davvero un problema mio se non riesco a ridere.

Accanto al mattatore siciliano è seduto il co-conduttore Stefano Meloccaro, noto giornalista sportivo, tipica spalla attiva come era stato Marco Baldini. Dietro di loro, in piedi, un folto gruppo di comparse dalle facce buffe sullo stile dei caratteristi della commedia italiana, tra cui spicca il depresso che racconta barzellette agghiaccianti. Non c'è un canovaccio preciso, il margine d'improvvisazione alterna momenti indovinati, per esempio l'imitazione della Cancellieri, ad altri decisamente più noiosi, come la solita ironia su Virginia Raggi e Maria Elena Boschi, dal tono comunque bonario non essendo Edicola Fiore una trasmissione di satira ma morbido intrattenimento.

Certo il parterre di ospiti e amici di Fiorello è di alto livello: Jovanotti e Filippo Timi, Nicola Savino e Fabio De Luigi da casa, nelle prime puntate, garantiscono la dose di «vippume» necessaria ad attirare l'attenzione dei consumatori di tv non sciocca. Intanto i minuti passano e ancora non si capisce cosa si stia guardando.

Sky ci punta molto, avendone prevista una versione estesa alle 19 e 30. Le puntate saranno cinquanta. Fiorello ottiene sempre un ottimo consenso e dunque la rete ha certamente ragione.

Non credo però si possa ancora parlare di televisione innovativa, quanto piuttosto della riproposizione di uno schema consolidato che nulla toglie e nulla aggiunge a quanto va in onda da tempo.

Commenti