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Emergency finì in cattiva luce dopo il sequestro Mastrogiacomo

Marco Garatti, il medico di Emergency arrestato dagli afghani «ha le mani sporche dell'omicidio di Ajmal Naqshbandi» l'interprete dell'inviato di Repubblica, Daniele Mastrogiacomo, preso in ostaggio dai talebani nel 2007. La clamorosa accusa è stata lanciata dal governatore di Helmand, Gulab Mangal, ai microfoni di radio Azhadi, vicina agli americani. Garatti era in Afghanistan durante i drammatici giorni della prigionia di Mastrogiacomo, preso in ostaggio dai talebani nella provincia di Helmand. Chi lo conosce e ha vissuto da vicino quel drammatico periodo, però, esclude che dietro il camice di medico si nasconda un complice dei tagliagole che hanno decapitato il povero Adjmal.
Il sequestro Mastrogiacomo, con i suoi lati oscuri e l'epilogo finale, ha segnato l'inizio del dente avvelenato degli americani e in seguito degli inglesi nei confronti di Emergency. Nei primi giorni del sequestro le Sas, i corpi speciali britannici, erano pronti a intervenire con un blitz per tentare di liberare gli ostaggi. I velivoli senza piloti avevano individuato i sequestratori del feroce mullah Dadullah in movimento. Da Roma, il governo Prodi disse no preferendo una costosa trattativa.
Nella mediazione venne coinvolta Emergency, grazie al responsabile afghano del suo ospedale a Lashkar Gah, Ramatullah Hanefi. Una figura ambigua che conosceva bene Dadullah. I talebani puntavano a uno scambio di prigionieri e per far capire che non scherzavano tagliarono la testa a Sayed Agha, l'autista di Mastrogiacomo. La vittima lasciava la famiglia con tre bambini a Lashkar Gah, dove il suo clan fu il primo a protestare in piazza contro Emergency. L'accusa era la partigianeria del mediatore Hanefi e il triste fatto che la pelle di un afghano vale meno di quella di un occidentale. Dadullah riuscì a strappare al governo di Kabul cinque comandanti di rango, che languivano in galera. Fra questi c'era anche suo fratello.
Il capo dell'Nds, Amrullah Saleh, si era sempre opposto allo scambio. Amico della Cia, Saleh si è fatto le ossa con il leggendario comandante tagiko Ahmad Shah Massoud, ucciso da Al Qaida due giorni prima dell'11 settembre. Alla fine Mastrogiacomo fu liberato grazie allo scambio, ma l'interprete rimase nelle grinfie dei sequestratori. La rabbia degli afghani di Lashkar Gah esplose. L'ospedale di Emergency venne preso a sassate. Strada, Mastrogiacomo, appena liberato, e altri dell'ong italiana furono tirati fuori dai guai da un elicottero inglese, che li portò al sicuro per poi raggiungere in volo Kabul.
Saleh arrestò Hanefi, ma le pressioni della sinistra estrema in Italia convinsero il governo Prodi a piegare Kabul ottenendo il rilascio del discusso mediatore, che oggi vive in Germania. Nel frattempo Adjmal veniva decapitato. Forse sapeva e aveva visto troppo. Il capo dei servizi afghani giurò vendetta. Con l'aiuto dei corpi speciali americani e britannici prima eliminò Dadullah, il capobastone del sequestro Mastrogiacomo. Poi gli altri comandanti talebani messi in libertà in cambio dell'ostaggio italiano. Gli inglesi cominciarono a indispettirsi per la continua ed univoca propaganda di Emergency contro la Nato e i feriti talebani curati a Lashkar Gah. Il resto è storia di questi giorni.
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