Eolico più conveniente del nucleare? Bufala ambientalista

Caro Granzotto, le chiedo, se possibile, di far commentare al prof. Battaglia quanto afferma il New York Times in un suo articolo sostenendo che il costo dell’energia prodotta col solare si è ridotto a tal punto da essere inferiore a quello dell’energia prodotta col nucleare. Gli scienziati sostengono inoltre che eolico e fotovoltaico sono sufficienti a produrre l’energia per uno Stato come il Nord Carolina. Sviluppandosi su quanti km quadrati mi piacerebbe sapere.
Vermezzo (Milano)

Per una questione del genere non c’è bisogno di disturbare il professor Battaglia, caro Bellia. La balla del North Carolina Waste Awareness and Reduction Network (cucinata dagli economisti Blackburn e Cunnigham e ripresa dall’«autorevole» New York Times) è talmente scoperta, talmente plateale che si smentisce da sé. Deve infatti sapere che i due tizi sono arrivati alla conclusione che l’energia solare risulterebbe più economica di quella nucleare barando smaccatamente al gioco. Mettendo a confronto le due fonti di energia, nei costi del solare Blackburn e Cunnigham non hanno conteggiato la rete e la gestione degli impianti, hanno aumentato di duecento le ore di esercizio e detratto dalle spese il 35 per cento di agevolazioni fiscali che comunque la si giri si traduce in un esborso (a carico del contribuente). Così facendo e diciamoci la verità, a far così son buoni tutti, risulterebbe che se il nucleare ha un costo medio di 17 centesimi di dollaro al kilowattora, il solare spunterebbe un lusinghiero 15,9 centesimi. C’è da aggiungere che il così detto studio non può avere carattere universale, in quanto si riferisce esclusivamente al North Carolina (e dunque ai costi, alle tasse e ai relativi benefici fiscali, alla normativa, alla insolazione di quello Stato). È, insomma, un conto della serva cresta compresa, non una documentazione inoppugnabile sui vantaggi economici dell’energia solare rispetto quella prodotta dall’atomo.
La patacca del North Carolina Warn non deve stupire, caro Bellia: la lobby ambientalista ha infatti la mano facile quando si tratta di dare un’aggiustatina alle cifre, fossero esse riferite al dollaro o alla temperatura. In fondo, la Grande Bufala del riscaldamento globale è finita nel dimenticatoio per la scoperta del «Mann-trick», del trucchetto di Michael Mann, il più influente esperto dell’Agenzia dell’Onu incaricata, appunto, di tener sotto controllo i progressi del global warming. Mann aveva elaborato, sulla base di modelli matematici, un grafico delle temperature del globo a partire dall’uomo di Cro Magnon e proiettato nel futuro. Siccome non gli tornavano i conti - in pratica nemmeno il pur duttile modello matematico avvalorava la balla di un percettibile aumento delle temperature globali negli ultimi trent’anni - truccò le carte e con l’aiuto di una «zeppa» rappresentata da funzione analitica (ripeto quel che ho letto, caro Belli: per me è ostrogoto) che per la sua forma grafica fu chiamata «hockey stick», mazza da hockey, aggiustò tutto. Dando così all’Onu l’opportunità di annunciare che il pianeta stava andando velocemente arrosto. E che dunque o Protocollo di Kyoto o morte per combustione.

Per fortuna nostra e dei nostri portafogli Mann, il fesso, si vantò della sua trovata con i colleghi del Panel e se ne vantò via e-mail. Un uomo così dotto, un uomo così furbo eppure all’oscuro del fatto che scripta, anche quelli su supporto digitale, manent. E prima o poi, come le conversazioni al cellulare, saltano fuori.

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