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«È un esodo biblico» Maroni all’attacco: l’Europa ci lascia soli

Roma«Un esodo biblico come non si era mai visto, potrebbero arrivare decine di migliaia di persone e l’Europa sta zitta». Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, lancia un pesante j’accuse a Bruxelles che di fronte all’emergenza umanitaria appare impastoiata nella burocrazia, incapace di rispondere in modo rapido e di fare scelte risolutive.
Intanto un mare celeste e piatto come una tavola continua a traghettare migliaia di disperati che si riversano lungo le striminzite coste di Lampedusa. Ora dopo ora, inarrestabilmente. E la piccola isola ancora una volta paga da sola le prevedibili conseguenze di una crisi internazionale. Inevitabile dunque la riapertura del centro di identificazione in grado di accogliere quasi 2.000 persone. Troppo poche di fronte ad un’ondata destinata a crescere. «È uno scenario apocalittico - sbotta il ministro dell’Interno, Roberto Maroni -. Il Maghreb esplode, l’Europa sta a guardare e ancora una volta siamo soli a fronteggiare una drammatica emergenza umanitaria». Maroni avverte: la situazione rischia di divenire incontrollabile, ci sono stati quattromila sbarchi in quattro giorni e tutti gli accordi con i paesi di provenienza sono saltati perché non ci sono interlocutori. «Se in Tunisia non accadrà qualcosa di nuovo, se il governo non riprenderà io temo che sarà difficile prevedere la fine di questo esodo: potrebbero arrivare decine di migliaia di persone - prosegue il ministro -. Noi ci siamo attivati subito mentre l’Europa sta zitta». Che cosa sta facendo il governo? Intanto oggi il ministro degli Esteri, Franco Frattini, incontrerà il primo ministro Mohammed Ghannouchi a Tunisi. Frattini ha parlato della sua missione, che lo porterà in Siria e Giordania, anche con il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, che si è detta molto preoccupata per il fenomeno migratorio che sta interessando il Nordafrica.
Per fronteggiare l’emergenza Maroni pensa di inviare forze italiane sul posto, carabinieri e polizia, per cooperare con le forze locali e bloccare le partenze. Ma dalle autorità tunisine è arrivata una risposta negativa al piano del nostro governo. Comunque, è stato anticipato a oggi il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica poiché è saltato il previsto incontro tra Maroni e il ministro degli Esteri tunisino che ieri si è dimesso.
Due le preoccupazioni del ministro: fronteggiare l’emergenza umanitaria, bloccare criminali e terroristi infiltrati tra i profughi. Il rischio è altissimo visto che sono evasi in migliaia dalle carceri prive di sorveglianza. «Per capire chi viene per ragioni umanitarie e chi invece scappa di galera o viene a fare danni occorre tempo - dice Maroni - Le persone in fuga da un paese allo sbando hanno diritto alla protezione internazionale, non possiamo rimandarle indietro». E intanto il prefetto di Palermo, Giuseppe Caruso, nominato commissario straordinario per l’emergenza, annuncia la possibilità che nei prossimi giorni vengano aperte delle tendopoli sul territorio siciliano con il supporto della Protezione civile.
E l’Europa? Ancora una volta fatica a trovare una risposta comune, un coordinamento fra stati. Di fronte alle accuse di Maroni il portavoce della commissaria Ue agli Affari interni Cecila Malmstrom fa sapere di aver «già» attivato l’agenzia Frontex, ovvero l’agenzia europea per la gestione delle frontiere esterne. Il che tradotto in termini pratici significa che al momento non si fa nulla e che dovrà essere presa una decisione politica. Quando? Il portavoce della Malmstrom spiega che la commissaria «è favorevole ad una discussione sulla situazione italiana nell’ambito del Consiglio dei ministri degli affari interni della Ue in programma il prossimo 24 febbraio».

Insomma la Ue è disponibile a prendere in considerazione l’emergenza tra dieci giorni, ovvero quando Lampedusa potrebbe essere già affondata sotto il peso dei profughi.

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