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La morale degli sciacalli di Damasco

La tragedia che si trasforma in farsa non è una novità. Ed ecco una storia di sciacalli. La Siria, tutta contenta che il suo nemico Recep Tayyip Erdogan, primo ministro turco, si trovi nei pasticci a causa delle grandi manifestazioni che ieri sera hanno di nuovo occupato le piazze di Istanbul, fa una sua mossetta distraendosi per un secondo dalla sepolturta di tutti gli assassinati.

Dall'inferno di sangue in cui nello scontro con Assad sono stati uccisi più di 80mila cittadini, il suo Ministero degli Esteri consiglia, che, date le dimostrazioni in Turchia, i turisti siriani (me li vedo, tutti coi pantaloncini corti e gli occhiali da sole per una vacanzina dall'inferno) non vadano in Turchia. È pericoloso. Non finisce qui: il ministro dell'Informazione Omran al Zohbi condanna l'atteggiamento di Erdogan di fronte a quelle che teneramente descrive come «dimostrazioni non violente» (non poteva intenerirsi per i suoi?) e dice che il suo attacco coi gas ai dimostranti «rivela il suo distacco dalla realtà, la sua mancanza di realismo». Traduzione: non capisce che in Siria ha ragione Assad. Forse in preda all'ebbrezza, al Zohbi insiste ancora: il popolo turco non si merita questo «atteggiamento selvaggio» e Erdogan non deve «sfidare il suo popolo». Le agenzie di Assad si spingono fino a sostenere che le grandi dimostrazioni sono «espressione di opposizione alle politiche di Erdogan contro la Siria».

In realtà le piazze che protestano contro Erdogan non possono sopportare la stretta del potere islamista che egli impone: non basta una maggioranza parlamentare nel complesso Paese di Kemal Atatürk, sia pure ottenuta tre volte, per proibire l'alcol, spingere al velo, proibire l'aborto che è legge dello Stato, punire le affettuosità dei ragazzi in pubblico, tenere per i terroristi di Hamas e puntare sulla Fratellanza Musulmana, imprigionare 94 giornalisti insieme a decine di importanti capi militari. La polizia di Erdogan ha fatto un migliaio di feriti in due giorni, Amnesty sostiene che ci siano due morti. Che Erdogan prenda qualche sventola è un bene.

Ma che i siriani lo azzannino ululando, sinceramente non ci fa ridere.

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