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Il palestinese di "X Factor" star che imbarazza Hamas

Assaf, 23enne di Gaza, ha vinto l’edizione araba: la folla l’adora E gli estremisti devono adeguarsi

Il palestinese di "X Factor" star che imbarazza Hamas

Il nuovo eroe palestinese è un ragazzo dalla faccia pulita e sorridente che sabato sera, su un palco pieno di luci, indossava uno smoking e aveva in mano un microfono.
Mohammed Assaf, 23 anni, di Gaza, vincitore della versione araba di X Factor, ha fatto con la sua voce quello che negli ultimi anni non sono riusciti a fare i politici palestinesi: entusiasmare la popolazione e unificarla.

Il check point di Qalandiya, tra Gerusalemme e Ramallah, è bloccato dal traffico. Persino i soldati israeliani - spiazzati dall'inaspettata ressa - parlano di Mohammed Assaf. Sono le nove di sera e i clacson suonano freneticamente. Tutti vogliono arrivare nel centro della cittadina della Cisgiordania mentre inizia l'ultima puntata di Arab Idol, il programma che da mesi appassiona milioni di spettatori dal Marocco al Golfo.

Per le vie di Ramallah i negozi sono aperti. La tv è accesa ovunque. In centro hanno montato un maxi schermo. Ci sono migliaia di persone. I giovani sono assiepati anche sui tetti. La folla è più appassionata e numerosa di quando a novembre l'Assemblea generale dell'Onu ha accettato la richiesta dei palestinesi di diventare Stato osservatore. Quando dagli studi di Beirut annunciano il risultato, Mohammed si inginocchia e ringrazia Dio, si rialza e, con la bandiera appoggiata sulle spalle, dedica la vittoria alla Palestina. Una folla invade le strade dei Territori in una festa inedita.

Da quel palco e dalle piazze palestinesi arrivano voci diverse da quelle che i mass media sono abituati a riportare dalla regione. Per una volta, non si parla di violenze, razzi, guerra, bombe. «Diffondere le parole dei giovani e guardarli mentre realizzano i loro sogni: questo è molto meglio del suono delle armi che siamo abituati ad ascoltare in Palestina, Siria, nel mondo arabo - ha detto Assaf dopo la vittoria - Una rivoluzione non è soltanto quella portata dai fucili: è il colpo di pennello di un artista, il bisturi di un chirurgo... Oggi rappresento la Palestina e oggi combatto per una causa attraverso la mia arte».

La politica è entrata presto in quest'edizione di Arab Idol. Due concorrenti siriani hanno emozionato con canzoni sulla tragedia nel loro Paese, una giovane artista ha sollevato controversie presentandosi come curda e non irachena e Assaf - che prima di Arab Idol si esibiva ai matrimoni a Gaza - ha cantato arie del patrimonio nazionale con la keffiyah, tradizionale copricapo palestinese, appoggiata sulle spalle.

I politici della Cisgiordania vicini al presidente Abu Mazen hanno visto nel giovane un'occasione. Il rais ha chiesto di sostenerlo, l'ex premier Salam Fayyad lo ha chiamato e le compagnie telefoniche locali - il voto era attraverso sms - hanno abbattuto i prezzi dei messaggi.

Se da una parte la fazione del presidente ha appoggiato Assaf, Hamas, che a Gaza tollera male e spesso mette al bando performance di musica pop, rock e balli, aveva criticato la sua partecipazione al programma. Per la leadership islamista Arab Idol è show blasfemo nel nome e lascivo, con donne truccate, a braccia e capo scoperti. Davanti alla festa di Gaza e Cisgiordania, Hamas però non ha potuto non far arrivare le sue congratulazioni, a denti stretti.

Spenti i riflettori, l'inedito entusiasmo palestinese per uno show pop e un eroe lontano dagli stereotipi della «resistenza» politica o militare sono un segnale per i divisi leader palestinesi.

Assaf «è il miglior razzo che sia partito da Gaza», «un razzo di pace», ha detto la star libanese Ragheb Alama, tra i giudici.

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