Addio Chavez, padre padrone del Venezuela

Non ce l'ha fatta. Il leader venezuelano Hugo Chavez è morto. La notizia ufficiale è stata diffusa ieri sera alle 22.55 (16,25 ora locale). Lo ha annunciato in tv il vice presidente e suo delfino designato, Nicolas Maduro. «È un momento di profondo dolore. Chi muore per la vita non può essere considerato morto», ha detto Maduro, interrompendosi fra i singhiozzi, in un discorso televisivo alla nazione.
Le condizioni di Chavez erano disperate e nel pomeriggio si erano ulteriormente aggravate. Il cancro che da circa diciotto mesi lo aveva colpito che lo aveva costretto a sottoporsi a quattro operazioni chirurgiche a Cuba, alla fine non gli ha lasciato scampo. Ieri le sue condizioni si erano riaggravate per complicanze polmonari. Il risultato di un «attacco da parte dei nemici storici» del Venezuela, e rientra nel «fuoco di fila» di complotti contro il leader bolivariano, aveva tuonato il vice presidente venezuelano Maduro che, in un intervento in diretta tv mentre le condizioni di Chavez sembravano essere disperate, ha denunciato la possibilità che il leader venezuelano possa essere stato «contaminato» dai «nemici», come nel caso del leader dell'Olp, Yasser Arafat, nel 2004, ventilando l'esistenza di un «piano di destabilizzazione del Paese».
«Non abbiamo alcun dubbio», ha detto ieri Maduro, «arriverà il momento indicato dalla storia in cui si potrà istituire una commissione scientifica d'inchiesta che accerti come il comandante Chavez sia stato attaccato».
Maduro ha ordinato l'espulsione dal Paese di due addetti militari dell'ambasciata degli Stati Uniti a Caracas considerati non graditi e che secondo Maduro avrebbero «proposto piani cospiratori» a ufficiali venezuelani in servizio attivo con l'intento di indurli a organizzare un golpe. Il dipartimento di Stato Usa ha definito «assurde» le accuse di un complotto per la morte di Chavez. «Le dichiarazioni fatte dal vicepresidente Maduro sono assurde e le respingiamo totalmente», ha detto un portavoce.