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Anche a Londra primo sì alle nozze omosex

Il disegno di legge ha passato il primo vaglio della Camera dei Lord: respinta con 242 voti di scarto la mozione per bloccare il provvedimento

Anche a Londra primo sì alle nozze omosex

Un altro passo di Londra verso i matrimoni omosessuali. E una vittoria che pare sempre più vicina anche per il premier David Cameron (che negli ultimi tempi ne avrebbe politicamente bisogno). Le nozze gay stanno sempre più per diventare realtà in Inghilterra e in Galles, grazie a un «ostacolo» rimosso nella serata di ieri, quando la Camera dei Lord ha bocciato quella che era considerata una mozione «letale» per la legge, che avrebbe potuto ritardare di molto la sua realizzazione o addirittura bloccarla.
Invece grazie al voto di ieri il percorso verso il provvedimento e la sua approvazione definitiva è molto più agevole. Tanto che - come aveva promesso Cameron - i primi matrimoni fra persone dello stesso sesso potrebbero essere celebrati già nell'estate del 2014. L'Inghilterra dei conservatori di Cameron quindi starebbe per dare il via libera alle nozze gay, dopo il sì della Francia che la scorsa settimana, a Montpellier, ha celebrato sotto lo sguardo di telecamere e flash il primo «oui» fra due omosessuali, Bruno Boileau e Vincent Autin. Il voto di ieri alla Camera dei Lord è stato determinante in questo senso. Con una maggioranza di 242 voti (390 contro 148) i Lord hanno evitato di creare un precedente storico, interrompendo l'iter della legge che aveva già ricevuto il via libera della Camera dei Comuni. Secondo la Bbc, un successo per il governo. Anche mancano ancora alcuni passaggi, fra cui la terza lettura alla Camera dei Lord, e poi il «sigillo reale» che dovrà essere apposto dalla regina Elisabetta.
Il percorso della legge è stato lungo e difficile. Momenti di tensione ci sono stati soprattutto nell'ultima votazione alla Camera dei Comuni: il premier (che aveva lasciato libertà di voto) si è trovato di fronte alla «ribellione» di 133 deputati conservatori e ha dovuto contare sull'appoggio dell'opposizione laburista per ottenere il sostegno necessario. Perfino alla Camera dei Lord, in cui di solito il passaggio di una legge non incontra ostacoli, il dibattito è stato molto acceso e fino all'ultimo c'è stato il pericolo che una mozione potesse affossare il provvedimento. I conservatori sono apparsi ancora una volta divisi. Lord Tebbit e Lord Waddington si sono opposti apertamente a Cameron. Lord Vinson ha chiesto di introdurre una serie di garanzie per chi non può accettare, per questioni religiose, le nozze gay.
A presentare la mozione ribattezzata «killer» era stato Lord Dear, membro indipendente dell'assemblea: in pratica chiedeva di impedire la seconda lettura del testo. «Questa legge non fa che sconvolgere secoli di tradizione, ignorando il volere dell'opinione pubblica e i consigli dei leader religiosi», ha detto. Il dibattito è andato avanti per due giorni. Fra gli oppositori l'arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, primate della chiesa anglicana a cui spetta di diritto un posto fra i Lord: secondo il prelato l'introduzione delle nozze gay avrebbe «abolito» l'attuale istituzione e l'avrebbe sostituita con una versione più debole. Fra i sostenitori invece Lord Browne, ex boss del colosso petrolifero Bp, costretto a lasciare per le voci sulla sua omosessualità.

In una lettera al Financial Times ha detto che il matrimonio gay sarebbe addirittura positivo per fare progredire l'economia britannica.

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