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Avviato in Afghanistan il processo di pace: negoziati Usa-talebani

La prossima settimana saranno avviati colloqui diretti a Doha dove gli insorti afgani hanno aperto una sede di rappresentanza

Avviato in Afghanistan il processo di pace: negoziati Usa-talebani

Stati Uniti e talebani avvieranno colloqui diretti per negoziati di pace la prossima settimana a Doha, in Qatar, dove gli insorti afghani hanno aperto una sede di rappresentanza. "Sosteniamo una soluzione politica al conflitto in Afghanistan e gli sforzi per ripristinare la pace", ha assicurato il portavoce Zabihullah Mujahid sottolineando la volontà degli insorti di aprire contatti con la communità internazionale.

"I colloqui a Doha sono il primo passo di una strada lunga", hanno spiegato i funzionari americano. I talebani si sono, infatti, già impegnati a non utilizzare il territorio afghano per attaccare Paesi vicini e a sostenere il processo di pace nel Paese. Nei colloqui, aggiungono le fonti vicine alla Casa Bianca, gli Stati Uniti insisteranno perché "i talebani rompano i rapporti con al Qaida". Proprio in vista dell’avvio di pace con il governo afghano dopo dodici anni di combattimenti, i talebani hanno appunto aperto un ufficio in Qatar. "L’ufficio aprirà il dialogo tra i talebani e il mondo", ha affermato il portavoce. Nel giorno in cui la Nato ha avviato la quinta e ultima fase del processo di transizione della sicurezza avviato nel 2011 e destinato a concludersi a fine 2014, il presidente Hamid Karzai ha fatto sapere che il governo afghano invierà presto propri emissari in Qatar. Il nuovo passaggio di consegne tra la Nato e l’esercito afghano, forte di 350mila uomini, riguarda 95 distretti, tra cui le turbolente aree al confine con il Pakistan. L’annuncio di Karzai dovrebbe rappresentare il primo passo verso un processo di pace che non è mai decollato, nonostante i tentativi degli ultimi due anni. Karzai ha spiegato che i colloqui dovranno cominciare in Qatar per poi trasferirsi rapidamente in Afghanistan e non dovranno diventare lo strumento di un Paese terzo per sfruttare l’Afghanistan.

Lo scorso mese il presidente afghano aveva chiesto ai talebani di lottare contro i nemici dell’Afghanistan, un appello che era stato interpretato dagli analisti come una mossa contro il Pakistan dopo lo scontro tra le forze di sicurezza dei due Paesi al confine. Molti leader afghani pensano che il Pakistan stia aiutando gli estremisti, come strumento da utilizzare contro l’India. Rappresentanti talebani erano già stati in Qatar all’inizio del 2012 per aprire i negoziati di pace con gli Stati Uniti. Ma a marzo avevano sospeso il processo sostenendo che Washington dava segnali contrastanti del suo impegno. L’annuncio di Karzai è arrivato proprio mentre Kabul era scossa dall’ennesimo attentato: stavolta nel mirino è finito uno storico leader dell’opposizione, Haji Mohammad Mohaqiq, capo dell’etnia hazara. Lui è uscito illeso dalla deflagrazione, ma sono morti tre civili e una ventina di persone (tra cui tre o quattro delle sue guardie del corpo) sono rimaste ferite.

E l’episodio è tornato a gettare ombre sulla sicurezza del Paese, una volta che, alla fine del prossimo anno, sarà stato completato il ritiro delle truppe da combattimento straniere.

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