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Barcellona, i politici di destra: «Intercettati dai nostri rivali»

Politici, atleti famosi, volti noti dello star system, magistrati. C'è di tutto negli archivi di «Metodo 3», l'agenzia spagnola di investigazioni internazionali che, con le sue intercettazioni, ha fatto scoppiare un caso di spionaggio politico in Catalogna.
Tutto comincia 10 giorni fa: Alicia Sanchez Camacho, presidente del Partido popular catalano, denuncia di essere stata intercettata nel luglio del 2010, durante un pranzo con Victoria Alvarez, ex fidanzata di Jordi Pujol Ferrusola junior, figlio dell'omonimo ex presidente della Catalogna, del partito indipendentista Convergencia Y Uniò. Una conversazione, quella tra le due donne, scottante: davanti a un tavolo del ristorante «La Camarga» di Barcellona la Alvarez racconta alla presidente del PP di un traffico di riciclaggio di denaro in cui la sua ex fiamma sarebbe coinvolta. Descrive valigie piene di banconote pronte per esportare capitali ad Andorra, sottraendoli così al fisco iberico. E aggiunge di aver ricevuto minacce affinché non ne facesse parola. Lunedì l'inchiesta della polizia e del ministero dell'Interno spagnolo - secondo cui la vicenda ha destato «grande allarme sociale» - ha portato all'arresto di quattro persone. Oltre al titolare di «Metodo 3», Francisco Marco, i tre direttori. Due di loro, Julián Peribáñez e Alex Borreguero, hanno ammesso l'intercettazione illegale nel ristorante catalano. La terza è Elisenda Villena, sorella di Ana, responsabile del settore giustizia del partito socialista catalano. Da qui l'accusa di Sanchez Camacho secondo cui dietro l'attività di dossieraggio ci sarebbe proprio il partito socialista catalano. Circostanza smentita dai diretti interessati che hanno ribattuto chiedendo come mai la leader popolare catalana non avesse denunciato prima i fatti. «Mi vengono riferite tante cose, con o senza fondamento, e in questo caso le informazioni erano vaghe», si è difesa lei. I nodi da sciogliere restano tanti: per esempio il fatto che l'agenzia abbia lavorato, dal 2006 al 2009, per conto del governo catalano, occupandosi di 3 informative sulla crescita delle arachidi, sulla sicurezza del governo e sulle tecniche per il dipartimento dell'innovazione: tematiche quanto meno curiose, molto distanti da quelle normalmente trattate dall'agenzia. E pagate con fatture da migliaia di euro. Mentre nella giornata di ieri sono andate avanti le perquisizioni nelle sedi di Barcellona e Madrid dell'agenzia, il caso si allarga. E iniziano a venire fuori i nomi che potrebbero essere contenuti nei dossier. C'è, ad esempio, una cartella che riporta il cognome Almunia: potrebbe trattarsi di Joaquin Almunia, vicepresidente della Commissione europea e commissario alla Concorrenza.
Compaiono anche il segretario nazionale del Partito popolare Maria Dolores de Cospedal, Felip Puig, deputato di Convergència Democràtica, il senatore socialista Josè Montilla, ex presidente della Comunità catalana e ministro dell'Industria con Zapatero, Joana Ortega, vicepresidente della comunità catalana. Ci sono fascicoli che riportano la scritta «Fc Barcellona»: potrebbe trattarsi della società di calcio, e dunque anche alcuni dei campioni del Barça sarebbero stati intercettati illegalmente. Secondo le indiscrezioni di stampa spagnoli alcuni dossier avrebbero per oggetto dei magistrati. E questa potrebbe essere solo la punta dell'iceberg. «Molta della documentazione è stata distrutta, e quella in circolazione è falsa», aveva dichiarato venerdì il titolare dell'agenzia, Francisco Marco, presentatosi spontaneamente alla polizia dopo che Sanchez Camacho aveva reso nota la vicenda.

Il peggio, forse, deve ancora venire.

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