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Bill Gates: "Internet per tutti non è una priorità come la lotta alla malaria"

Il fondatore di Microsoft prende le distanze dall'idea di estendere la Rete a tutto il pianeta: "Più importante sconfiggere la malaria"

Bill Gates: "Internet per tutti non è una priorità come la lotta alla malaria"

Nonostante i grandi successi nel campo dell'informatica Bill Gates non aveva previsto l'esplosione di Internet. Anzi, proprio non ci credeva: poco prima del lancio di Windows 95 pensava che la Rete fosse poco più di una curiosità. Passato un ventennio ha avuto modo di ricredersi anche se, a onor del vero, continua a essere diffidente nei confronti della Rete. In una lunga intervista rilasciata al Financial Times, il fondatore di Microsoft sottolinea che nel mondo ci sono altre priorità rispetto a quella di voler portare Internet ad altri cinque miliardi di persone, in pratica a tutti gli esser umani presenti sulla Terra. L'idea di associare Internet ai "diritti umani" è di Marck Zuckerberg, fondatore di Facebook. Provocatoriamente Gates si domanda: "Cos'è più importante, la connettività mondiale o il vaccino per la malaria? Se qualcuno pensa che la connessione al web sia la chiave, ottimo, buon per lui. Io non condivido".

Gates tiene a precisare che si interessa ancora delle vicende legate all'Information technology ma, ribadisce, "se vogliamo migliorare le nostre vite dobbiamo occuparci di questioni ben più elementari come la sopravvivenza dei bambini e le risorse alimentari". Tra gli uomini più ricchi al mondo (lo è stato dal 1996 al 2009, ad eccezione del 2008), con un patrimonio stimato 79 miliardi di dollari (2013), nel 2000 Gates ha fondato la Bill & Melinda Gates Foundation, che si occupa di questioni umanitarie, combattendo alcune gravi malattie come l'Aids (ma non solo), soprattutto nel Terzo mondo. Nel 2008 ha lanciato l'idea del capitalismo creativo, un sistema in cui i progressi tecnologici delle aziende non siano sfruttati solo per fare profitto, ma anche per portare sviluppo e benessere nelle zone più povere del mondo.

La presa di distanza dalla idee di Zuckerberg non èuna novità. Tempo fa ha avuto modo di polemizzare con l'avveniristico Project Loon di Google, quello dei palloni aerostatici come grandi snodi per la rete nei Paesi in via di sviluppo: "Quando starai morendo di malaria non credo che alzare lo sguardo e vedere un pallone in volo sulla tua testa ti sarà molto d'aiuto".

Oggi prosegue la sua personalissima crociata ricordando a tutti che "il mondo non è piatto (cita il titolo di un famoso libro di Thomas Friedman, ndr) e i computer non sono, nella gerarchia dei bisogni umani, nei primi cinque posti". Di sicuro colpisce che a dirlo sia uno dei padri dei personal computer.

Potrebbe anche essere, però, che Gates ancora una volta abbia fatto male i suoi calcoli, non comprendendo magari che la Rete, un giorno, potrà risolvere molti più problemi di quanto oggi si possa solo minimamente immaginare.

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