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Cairo, centinaia di feriti negli scontri di piazza

I manifestanti sono tornati in piazza al Cairo e ad Alessandria per chiedere elezioni regolari. Scontri tra civili e militari egiziani

In Egitto torna ad alzarsi la tensione. Dopo gli scontri di mercoledì, durante i quali un sit-in salafita nell'area del ministero della Difesa era stato attaccato, causando venti vittime, i manifestanti sono tornati a protestare, concentrando i cortei nelle città del Cairo e di Alessandria.

I manifestanti del Cairo si sono scontrati con gli uomini dell'esercito, posti come cordone di sicurezza attorno al ministero, nel quartiere di Abassiya. I militari hanno risposto, protetti dagli scudi, al lancio di pietre da parte dei civili, azionando anche gli idranti e rimandando indietro le pietre.

Secondo fonti locali, nel corso degli scontri sarebbero rimaste ferite decine di persone. Almeno 20 tra i militari - a fornire i numeri fonti dell'esercito. Una decina gli arrestati.

Le proteste di oggi arrivano pochi giorni dopo gli scontri mortale davanti al ministero della Difesa, che hanno acuito di nuovo le tensioni in periodo di campagna elettorale. Quanti sono scesi in piazza oggi a Tahrir chiedono che le elezioni presidenziali si svolgano in maniera regolare e contestano l'esclusione di alcuni candidati dalla corsa elettorale.

Piazza Abbasseya è stata sgomberata dopo numerose cariche della polizia, con gli appartenenti al movimento 6 Aprile che hanno invitato gli altri manifestanti a seguirli, dopo la notizia che diversi carri armati e blindati si dirigevano sulla piazza, per evitare un bagno di sangue.

Un portavoce dei Fratelli Musulmani ha accusato i militari degli incidenti.

Gli stessi Fratelli Musulmani poco dopo si sono chiamati fuori dagli scontri del Cairo. Attraverso il loro account twitter hanno sottolineato: "Nessuno dei nostri attivisti è attualmente nell'area"

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