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Il club delle mogli a caccia di Casa Bianca

Ann Romney lancia la volata a Mitt, come fecero Barbara e Michelle. Obiettivo: mostrare il lato umano dei mariti

Tampa - «Dovreste conoscerlo», sospira Ann Romney con affetto pochi istanti dopo essere salita sul palco della convention repubblicana di Tampa, martedì notte. Con un vestito rosso e un sorriso materno comincia a raccontare il marito Mitt, che qualche ora prima è diventato ufficialmente il candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti. La sua è una serenata alle donne d'America, elettrici fondamentali ma poco affascinate da quell'uomo che conquistò invece Ann a un ballo del liceo a metà degli anni Sessanta. Mentre parla scorrono sui grandi schermi alle sue spalle vecchie foto di famiglia. L'emozione la sfiora ogni tanto. Deve riuscire, davanti a milioni di spettatori, a rendere umano un uomo considerato spesso una macchina senza cuore, deve farne accettare i punti deboli a una platea che non lo ha mai amato. Un compito difficile, eppure per Ann Romney è un trionfo.
Parla di valori, del matrimonio che hanno voluto fortemente da giovanissimi, appena ventenni, delle malattie, lei che ha sconfitto un tumore al seno e che da quattordici anni lotta contro la sclerosi multipla. Ricorda come Mitt l'abbia conquistata facendola ridere e che oggi, più di quarant'anni dopo, riesce a divertirla come allora. «Di Mitt vi potete fidare. Ama l'America e ci porterà verso un futuro migliore, proprio come mi riportò con prudenza a casa dopo quel ballo» conclude. «Dategli questa possibilità, date all'America questa possibilità». Poi c'è il bacio, che Mitt Romney regala alla moglie al termine dell'intervento. Studiato, ma che per una volta mostra un candidato umano, mentre esce abbracciato ad Ann sulle note motown dei Temptations.
A differenza di quanto accade in Italia, dove in politica le mogli sono più spesso nell'ombra, negli Stati Uniti la presenza della moglie è diventata determinante per i presidenti. Lo sa bene Michelle Obama che proprio in questi giorni ha intensificato la sua presenza in campagna elettorale. Ieri notte la first lady è stata ospite per la terza volta di David Letterman e nei prossimi giorni ha in programma nuove apparizioni televisive. Michelle, che da first lady è diventata un'icona americana per il suo impegno sociale, a cominciare dalla lotta all'obesità, salì anche lei sul podio della convention di Denver, nel 2008. L'impegno delle mogli è però una tradizione recente.
La prima apparizione di una first lady risale al 1912, quando Nellie Taft, moglie del presidente William, repubblicano in corsa per la rielezione, si presentò alla convention democratica per intimidire gli speaker. Seduta silenziosamente in prima fila impedì agli avversari di attaccare il marito, ma questo non bastò però a evitare la sconfitta contro Woodrow Wilson. Il suo esempio fu seguito da Eleonor Roosevelt, che alla convention democratica di Chicago del 1940 improvvisò un discorso chiedendo al paese di unirsi contro i totalitarismi europei. A lei andò meglio e Franklin Delano Roosevelt fu confermato alla Casa Bianca. Trent'anni dopo, nel 1972 Pat Nixon salì sul palco della convention repubblicana di Miami per un breve discorso informale, mentre Nancy Reagan appoggiò il marito Ronald con un video registrato. La prima first lady a ricevere uno spazio di primo piano a una convention di partito fu Barbara Bush, che nel 1992 provò a contribuire alla rielezione del marito George. Nonostante la sconfitta contro Bill Clinton, Barbara Bush dimostrò il potenziale di una first lady che racconta con passione il marito davanti a milioni di spettatori. Quattro anni dopo, per la prima volta, alle convention parlarono entrambe le mogli. La first lady in carica Hillary Clinton difese il marito dagli attacchi repubblicani, la sfidante repubblicana Elizabeth Dole, scese fra gli spettatori raccontando il marito Bob. A vincere, nel 1996, fu Clinton, ma quel confronto a distanza contribuì a lanciare la carriera politica delle due donne, entrambe elette al Senato e candidate alla presidenza. Dole ci provò nel 2000, ritirandosi per mancanza di fondi, Clinton nel 2008, perdendo proprio contro Obama una battaglia all'ultimo sangue. Martedì per Ann Romney è stato un successo, ma non è lontano il momento in cui saranno i mariti a salire sul palco delle convention appoggiando la candidatura della moglie.

Alla convention di Tampa è stato il giorno di Paul Ryan, il giovane deputato del Wiscosin che divide l'America e che Mitt Romney si è scelto come partner nella corsa per la Casa Bianca. Considerato l'ideologo del conservatorismo fiscale, il presidente della commissione bilancio della Camera, che ha messo il suo sigillo al piano Tea Party che prevede il risanamento del bilancio a suon di tagli drastici della spesa pubblica, suscitava sentimenti opposti negli opposti schieramenti. Ma il suo gradimento è in crescita: ora è considerato l'ideologo del team.

E la platea repubblicana l'ha applaudito.

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