G8 Summit

Così il piano di evacuazione in caso di forte scossa

Una scossa di magnitudo superiore a 4-4.5 farà scattare all’Aquila il piano di evacuazione degli edifici dove si terrà il vertice dei Grandi

Così il piano di evacuazione in caso di forte scossa

Roma - Una scossa di magnitudo superiore a 4-4.5 farà scattare all’Aquila il piano di evacuazione degli edifici dove si terrà il G8. In vista di questa eventualità, la scorsa settimana - secondo quanto si è appreso - si è svolta un’ esercitazione fra i soggetti interessati, tra cui le forze dell’ordine e le forze armate, Protezione civile, Croce rossa italiana ed anche i rappresentanti di alcune delegazioni. Se una forte scossa si verificherà a vertice in corso, la sede alternativa contemplata nel piano di evacuazione sarebbe stata identificata nell’Istituto superiore di polizia in via Piero della Francesca a Roma.

Il riserbo è massimo, ma sarebbe questo, a grandi linee, il piano previsto. Se si verifica una scossa di terremoto importante, a partire da una magnitudo 4-4.5 scatteranno le procedure di evacuazione: le delegazioni saranno ospitate, in un primo momento, in tende appositamente predisposte. A questo punto entreranno in funzione i tecnici dei Vigili del Fuoco che accerteranno l’agibilità della struttura e daranno l’autorizzazione, o meno, a rientrare. Anche in caso di rientro autorizzato, ogni delegazione liberamente - sempre secondo quanto è stato possibile apprendere - potrà decidere se tornare o meno ai lavori.Se ci fosse la necessità di uno spostamento, il vertice si terrebbe all'Istituto di Polizia di Roma.

Gli esperti ritengono che la scuola della Guardia di Finanza di Coppito che ospiterà i Grandi, costruita con criteri antisismici, è a prova di scosse e reggerà «sicuramente» anche ad un terremoto molto forte, almeno quanto quello del 6 aprile. Tuttavia, nel caso puramente teorico che i tecnici dei Vigili del fuoco non dovessero dare l’ok, il G8 verrà spostato in una sede alternativa che è già stata individuata nell’Istituto superiore di polizia a Roma. L’eventualità di una scossa di terremoto resta, al momento, l’unica vera incognita sulla sicurezza del vertice.

Gli investigatori e gli uomini dell’intelligence che ormai da molti giorni monitorano le varie anime del movimento anti g8 continuano a considerare «poco probabile» il verificarsi di incidenti o di manifestazioni violente all’Aquila. Qualche preoccupazione, invece, destano le azioni che la "rete NoG8" e i sindacati di base hanno annunciato tra il 7 e il 10 luglio a Roma. La guardia, comunque, anche a l’Aquila resta molto alta e il dispositivo di prevenzione è allertato: in particolare, verranno fatti controlli mirati per scongiurare l’arrivo in città di soggetti ritenuti pericolosi.

«Siamo all’Aquila, siamo in un territorio terremotato, ma non per questo sottovalutiamo la possibilità che possano esserci presenze per così dire non gradite», ha confermato il prefetto Franco Gabrielli, ricordando che il summit porterà in città personalità che sono «non solo le più potenti della terra», ma anche possibili obiettivi di «minacce».

«Debbo dire e debbo registrare - ha aggiunto Gabrielli, che in passato è stato capo del Sisde - che da parte soprattutto dei movimenti aquilani c’è una particolare attenzione a che anche le manifestazioni di dissenso si svolgano nella più assoluta tranquillità e in maniera pacifica».

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