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E Hollande fa come Sarkozy: ruspe contro i campi rom

Il presidente demolisce gli alloggi a dispetto del programma elettorale

E Hollande fa come Sarkozy: ruspe contro i campi rom

L’avvento del governo socialista in Francia non ha cambiato la linea impo­stata dall’ amministrazione Sarkozy sui campi nomadi. Al di là delle dichiarazio­ni di principio e delle promesse elettora­li, la ricetta di François Hollande è la stessa del suo predecessore, e viene ap­plicata a suon di sgomberi e demolizio­ni. Solo che ora, accusano le associazio­ni rom, ai nomadi allontanati non viene nemmeno indicata una soluzione alter­nativa per l’alloggio.

Due giorni fa, in poco più di due ore, è stato demolito il più grande campo rom di Parigi, quello nella bidonville alle por­te della città, nel diciannovesimo arron­dissement - zona nord-est - , dove vive­vano circa 160 persone. Le ruspe però non hanno trovato nessuno, solo rifiuti e topi: gli abitanti delle baracche infatti avevano già preso la fuga verso altri cam­pi, nella vicina banlieue .

Ieri invece poco prima delle 8:30, le ru­spe hanno sorpreso i rom di Hellemmes e Villeneuve d’Ascq, alla periferia di Lil­le, nel nord della Francia. Almeno 200 persone sono state espulse, provocan­do la reazione dura da parte dei rappre­sentanti della comunità: «Nicolas Sarkozy non ci ha mai espulso, è stata la sinistra a farlo», ha sottolineato Yann La­folie, del collettivo Solidaritè Roms.

Anche Padre Arthur Hervet, della par­rocchia di Hellemens, -il prete famoso per aver tenuto testa a Sarkozy rifiutan­do la medaglia al merito - si è detto «af­flitto »:«Almeno l’ex presidente-si è sfo­gato- aveva l’onestà di dirci cosa sareb­be accaduto dopo». Il ministro dell’In­terno, Manuel Valls, ha però promesso «fermezza», puntando il dito contro i ri­schi sanitari e di sicurezza dei campi ille­gali.

Intanto, un aereo con a bordo 240 rom, si prepara a partire da Lione diret­to verso la Romania per la più grossa espulsione dalla Francia dall’arrivo di Hollande all’Eliseo.

Le associazioni dei rom in questi gior­ni non possono fare a meno di ricordare le promesse elettorali del nuovo presi­dente, che all’epoca della campagna as­sicurava alloggi alternativi ai campi di­strutti. «Invece - accusano - si cacciano via le persone senza dire loro dove anda­re ».

«Da Hollande ci aspettavamo di più», è l’amara conclusione di Roseline Tiset, della Lega dei Diritti dell’Uomo.

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