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Faccia a faccia Obama-Putin: "Basta violenze in Ucraina"

I due presidenti si parlano alle celebrazioni e chiedono la fine del «bagno di sangue». Il leader russo apre a Poroshenko

Faccia a faccia Obama-Putin: "Basta violenze in Ucraina"

C'è stato, ieri, il tanto atteso incontro tra presidenti: prima Vladimir Putin e Barack Obama, poi Putin e Petro Poroshenko, nuovo leader ucraino. In una giornata densa di avvenimenti ed emozioni, in cui la rievocazione della battaglia per la vecchia Europa si è intrecciata allo sforzo per definire l'essenza della nuova Europa, Obama e Putin hanno avuto un breve incontro che, seppure informale, è il primo dall'inizio della crisi in Ucraina. E il colloquio tra i leader russo e ucraino ha portato alla prima svolta diplomatica di una crisi lunga mesi: «Il dialogo è iniziato», ha detto ieri Poroshenko alla tv ucraina.

Prima del pranzo offerto dall'ospite François Hollande ai 19 capi di Stato di governo arrivati in Normandia per le celebrazioni dei 70 anni dallo sbarco americano, Obama e Putin hanno parlato per meno di 15 minuti. Non è dato sapere nulla sull'atmosfera dell'incontro, confermato dalle segreterie della Casa Bianca e del Cremlino, ma entrambi i leader avrebbero detto d'essere favorevoli a una rapida fine delle violenze. Secondo il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Ben Rhodes, Obama avrebbe spiegato a Putin che, se il suo governo non lavora per calmare la situazione, la Russia sarà sempre più isolata. La strada verso il ritorno al tavolo dei grandi, quel G8 da cui Mosca è stata bandita proprio a causa degli eventi in Crimea, passa secondo Washington attraverso il riconoscimento russo del nuovo presidente ucraino.

Obama aveva già indicato giovedì a Bruxelles la possibilità per Putin di scegliere la via del dialogo con il leader eletto il 25 maggio. E il presidente russo - in uno sviluppo sostanzioso per le sorti del conflitto, anche alla luce del contenuto della conversazione - si è seduto ieri per la prima volta con l'imprenditore della cioccolata Petro Poroshenko.

All'incontro hanno partecipato anche Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel. Putin e Poroshenko hanno detto d'essere favorevoli «a una rapida fine dello spargimento di sangue nell'Est dell'Ucraina», dove nelle ultime settimane sono morte circa 200 persone negli scontri tra esercito di Kiev e forze separatiste vicine alla Russia.

Con le celebrazioni per l'anniversario del D-Day, il presidente americano chiude un viaggio di quattro giorni in Europa dove nei suoi discorsi, ieri in Normandia e mercoledì a Varsavia, il ricordo del passato è servito a sottolineare le minacce del presente, prima fra tutte la crisi ucraina. In Polonia, nel 25° anniversario delle prime elezioni dell'era post-comunista, Obama ha messo a confronto il percorso della nazione verso la democrazia con le aspirazioni europeiste dell'Ucraina. E a Colleville, sia Hollande sia Obama hanno ricordato come la stabilità e la pace non debbano essere date per scontate, in Europa e altrove.

«Oggi i nostri due Paesi sono uniti per rispondere ad altre minacce», ha detto il presidente francese citando «miseria, fame, fondamentalismi e terrorismo». «Omaha Beach - Normandia. Questa è stata la testa di ponte della democrazia», ha spiegato Obama che ha fatto un passaggio diretto tra il collasso del Vallo atlantico - il sistema di fortificazioni dei nazisti lungo le coste europee - e il crollo del muro di Berlino: «La nostra vittoria in quella guerra non ha deciso soltanto un secolo, ma ha dato forma alla sicurezza e al benessere della posterità...

Siamo stati ancora una volta al fianco dei popoli di questo Continente attraverso una lunga battaglia, finché un muro è caduto, la Cortina di Ferro».

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