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Flop della liberalizzazione del mercato auto a Cuba: vendute 50 in 6 mesi

Lo stipendio medio è pari a 20 dollari, e ci vorrebbero secoli per permettersene una

Flop della liberalizzazione del mercato auto a Cuba: vendute 50 in 6 mesi

I giornali italiani avevano molto lodato la liberalizzazione del mercato delle auto a Cuba. Il «riformista» ottuagenario Raul Castro aveva deciso di consentire ai privati di comprarsi liberamente un'automobile come si fa più o meno in tutto il mondo e questo era parso un gran passo in avanti. Finalmente, i cubani non saranno più costretti a circolare a bordo di inverosimili, anche se assai pittoreschi, pezzi da museo americani risalenti agli anni Cinquanta, oppure solo ad affollare autobus su cui nessuno da noi metterebbe piede. Non è andata proprio così. Dati ufficiali diffusi dal governo dell'Avana documentano che dallo scorso primo gennaio, quando l'attesa novità è diventata legge, in tutta Cuba sono state vendute solo 50 auto nuove e 4 motociclette. Il motivo di un simile flop è duplice: da un lato la burocrazia rende gli acquisti un calvario, dall'altro - detto papale papale - a Cuba non ci sono soldi per comprare macchine nuove. Chi è interessato a un acquisto deve presentarsi in banca, richiedere un assegno per il valore del veicolo, poi ottenere un titolo di proprietà da un'agenzia statale e successivamente iscriversi nel registro del suo comune.

La verità è che le auto hanno a Cuba un costo inavvicinabile: i prezzi reali di un'auto sono cinque volte più alti di quelli in Europa, ma lo stipendio mensile medio è pari a 20 dollari.

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