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Via al G8 tra dossier siriano, disoccupazione giovanile e regole sull'evasione fiscale

Al centro del G8 di Lough Erne l'intervento degli Usa in Siria. Letta gioca la partita sul lavoro. Obama: dall'accordo sul libero scambio Ue-Usa 30 milioni di posti di lavoro

Via al G8 tra dossier siriano, disoccupazione giovanile e regole sull'evasione fiscale

Ci saranno il nodo della crescita, l’emergenza della disoccupazione giovanile (tema fortemente voluto dall’Italia) e la lotta all’evasione e all’elusione fiscale. Ma il G8 che si è aperto questa mattina a Lough Erne, in Irlanda del Nord, sarà dominato dal dossier Siria. Tutti temi che i quattro leader europei che siedono al tavolo del summit (il premier Enrico Letta, la cancelliera Angela Merkel, il presidente David Holland e il primo ministro David Cameron) cercheranno di affrontare con una voce sola dopo essersi confrontati con i vertici europei (il presidente della Commissione Ue Jose Manule Barroso e quello del Consiglio Ue Herman Van Rompuy) in un pre-vertice per mettere a punto una strategia comune. Sui temi economici ma anche e soprattutto sulla Siria dove le posizioni, nel vecchio continente, sono ancora a macchia di leopardo su un possibile sostegno ai ribelli.

Il dossier siriano

Sul dossier siriano, riguardo al quale è arrivato ieri anche l’appello ai Grandi della Terra di papa Francesco che ha scritto a Cameron auspicando un contributo del Summit per un "cessate il fuoco" e per portare tutte le parti al tavolo dei negoziati, i riflettori sono puntati sull’atteso faccia a faccia tra il presidente americano Barack Obama e il presidente russo Vladimir Putin. Con il numero uno della Casa Bianca che è ormai convinto del superamento della "linea rossa", ovvero l’uso delle armi chimiche da parte del regime, ed è pronto ad armare i ribelli. E il primo inquilino del Cremlino, alleato di Bashar al-Assad, orientato invece a ribadire quello che già ieri a Londra ha ripetuto senza mezzi termini: "Niente armi a chi mangia le viscere dei suoi nemici". Posizioni che "restano lontane", ha sintetizzato Cameron che, prima di partire per Lough Erne, ha incontrato a Dowing Street proprio Putin.

La crisi economica

Se la Siria è il "piatto forte" nel primo giro di tavolo, la prima sessione dei lavori, nel pomeriggio, è dedicata all’economia. O meglio alla crisi economia e alle misure per la crescita. Il G8 che si pone così come "crocevia" verso il prossimo Consiglio europeo di fine mese e, in prospettiva, verso il G20. L'auspicio dell'Italia è che arrivino segnali sul fronte della lotta alla disoccupazione giovanile. Un punto su cui Letta si è battuto perché diventasse parte integrante del comunicato finale del vertice. Con un "riferimento" esplicito, è l’obiettivo del presidente del Consiglio, che a Lough Erne probabilmente cercherà la sponda di Obama, attento a quanto sta avvenendo nel Vecchio Continente e da sempre poco convinto delle misure di austerity della Merkel. Letta, che oggi incontrerà per la prima volta di persona l’inquilino della Casa Bianca, ha dalla sua anche Hollande che ha già detto di volere dal G8 "un segnale forte su crescita e occupazione". Temi che i Grandi sono chiamati ad affrontare anche tra le righe del messaggio che rimbalza da Roma dal pontefice: "Il denaro e gli altri mezzi politici ed economici devono servire e non governare, tenendo presente che la solidarietà gratuita e disinteressata è, in modo apparentemente paradossale, la chiave del buon funzionamento economico globale".

La lotta all'evasione

In un’Irlanda del Nord blindata in un’operazione di sicurezza senza precedenti con no fly e no sail area e almeno 8mila agenti pronti a tenere a bada le proteste, previste soprattutto a Belfast, Cameron punta anche a spuntare un altro risultato della sua presidenza del G8: un passo avanti nella lotta all’evasione e all’elusione fiscale. Arrivando a Lough Erne con in tasca un accordo appena concluso con i "regni" dell’off shore, il primo ministro inglese non intende soltanto attaccare solo i paradisi fiscali, ma vuole anche portare a casa un primo passo, ovvero una minimum tax sui profitti esteri delle multinazionali. Il tema delle tasse è la prima delle "3 T" (insieme a trasparency e trade) che la presidenza inglese del G8 si è posta come priorità. Puntando pure a segnare un "punto" nella partita per l’avvio dei negoziati tra Unione europea e Stati Uniti sull’accordo di libero scambio. Di carne al fuoco al G8, dunque, ce ne è tanta. Non ultimi la crisi libica ed il processo di pace in Medio Oriente. Proprio per questo il rischio dell’inconcludenza, come altre volte in passato, è alto. Con il formato a otto, che cerca disperatamente di riprendersi un ruolo che ormai appare offuscato dal G20, ancora una volta messo a dura prova.

Libero scambio Ue-Usa: 30 milioni di posti di lavoro

L’accordo di libero scambio tra Europa e Stati Uniti per il quale i negoziati formali partiranno a luglio, creerà "30 milioni di posti di lavoro" per entrambe le sponde dell’Atlantico.

Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, nel corso della conferenza stampa congiunta con i leader europei a margine dei lavori del G8.

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