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Grecia, torna il terrore Uccisi due militanti dell'estrema destra

Attacco a colpi di "Skorpion" alla sede di Alba Dorata. Un altro giovane in fin di vita. Sarebbe una ritorsione per l'omicidio del rapper di sinistra

Grecia, torna il terrore Uccisi due militanti dell'estrema destra

Gli anni di piombo tornano prepotenti a sgomitare nella Grecia devastata dalla crisi economica. Due militanti di Alba dorata sono stati freddati da un killer nel tardo pomeriggio di ieri ad Atene. Una risposta «terroristica» all'omicidio del rapper greco Pavlos Fyssas avvenuta lo scorso settembre da parte di un appartenente al partito neonazista di Alba dorata, che fu il preludio alla gigantesca operazione che portò all'arresto del leader del partito, Nikos Mikalioliakos, e di cinque deputati.
Una moto di grossa cilindrata con due persone a bordo coperte da caschi integrali si è avvicinata alla sede del partito nel quartiere di Neo Iraklion, aprendo il fuoco con mitragliette «Skorpion» su un gruppo di militanti che si trovavano lì in quel momento. Due i morti sul colpo, una terza vittima è ricoverata in condizioni disperate. Secondo le prime testimonianze il killer avrebbe giustiziato a sangue freddo da una distanza di mezzo metro due ragazzi di 22 e 26 anni svuotando l'intero caricatore. I due sconosciuti, abbandonata la moto, sono poi fuggiti in macchina poco prima dell'intervento della polizia. I pm inquirenti, pur non escludendo alcuna ipotesi investigativa, tendono a prediligere quella politica legata a una nuova forma di terrorismo. Rossi contro neri, come se vi fosse nuovamente la contrapposizione tra il regime dei Colonnelli e le opposizioni di estrema sinistra.
Sul luogo è giunta anche Urania Michaloliakos, figlia del leader Nikos, fondatore del partito arrestato in pompa magna un mese fa con l'accusa di corruzione e eversione. Attualmente in carcere con l'accusa di costituzione di associazione criminale e di preparare un colpo di stato. Dura le reazione di Ilias Kasidiaris, portavoce di Alba dorata e candidato alle prossime elezioni amministrative di Atene: in una nota ufficiale parla di colpo cieco e accusa il governo guidato dal conservatore Antonis Samaras per i «terroristi incontrollabili». Il colpo, osserva, era «a sangue freddo e gli omicidi sono stati progettati per uccidere chiunque fosse in quella data ora negli uffici di Xrisì Avghì». Aggiunge che lo stesso partito aveva chiesto ufficialmente al governo di prevedere una vigilanza esterna ottenendo un rifiuto. Ragion per cui individua proprio nell'esecutivo delle larghe intese il principale responsabile dell'attacco. «Esprimo il mio dolore per la morte di due giovani» ha commentato il ministro dell'Interno Nikos Dendias, aggiungendo che «la legge entrerà in vigore e nessuno permetterà che il nostro Paese diventi un luogo di regolamenti di conti». Il portavoce della sinistra radicale del Syriza, Dimitris Papadimoulis, osserva su twitter che «chi si nasconde dietro questo “omicidio professionale” colpisce la democrazia, la società, lo Stato. Nutre il fascismo e non lo colpisce».
Uno scontro, quello tra le due fazioni estremiste, che trova terreno fertile in un Paese sventrato dalle misure lacrime e sangue imposte dalla troika e che ha subìto in questo anno una forte esasperazione. Alba dorata alle scorse elezioni del maggio 2012 è stata la vera rivelazione politica greca, raggiungendo il 7% dei consensi e facendo ingresso per la prima volta in Parlamento dopo quarant'anni di embargo forzato. E riuscendo a pescare consensi non solo nel tradizionale elettorato di destra, ma anche altrove dal momento che nel suo programma chiede la rinazionalizzazione delle banche, la ridiscussione dei termini del debito greco con Bruxelles e una forma di politica industriale che privilegi la valorizzazione delle risorse interne, anziché la corsa all'importazione massiccia così come il paese fa da vent'anni.

Altra battaglia quella contro gli immigrati, i cui numeri ufficiali parlano di due milioni ma che secondo stime ufficiose sarebbero almeno il doppio.
twitter: @FDepalo

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