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«Ho salvato 30 bambini portandoli in magazzino»

NewtownIl giorno dopo la strage degli innocenti. Fa molto freddo, in meno di 50 minuti di auto da New York, arrivo allo svincolo di Newtown, una cittadina ordinata che ora sarà ricordata per sempre per il massacro di venti bambini e sei insegnanti, trucidati alla scuola elementare di Sandy Hook. Lo svincolo per Newtown sembra un fronte di guerra: c'è uno spiegamento incredibile di poliziotti, agenti Fbi. Arrivo giusto in tempo per la conferenza stampa del comandante della polizia Paul Vance: «Tutti i corpi sono stati rimossi», le autopsie completate. Le autorità hanno diffuso i nomi delle 26 persone uccise. I sei adulti erano tutte donne.
Dei 20 bambini, tutti di età compresa fra 6 e 7 anni, otto erano maschi e 12 erano bimbe. A queste vittime si aggiunge la madre dell'autore della strage, che è stata uccisa in casa sua prima che il killer si recasse nella scuola. «Per favore, rispettate il dolore dei familiari delle vittime». E ancora: «Il killer ha sparato oltre cento pallottole».
Passano pochi minuti si presenta ai giornalisti una delle eroine di questa strage, la bibliotecaria Maryann Jacob, che è ancora scossa e parla a fatica.
Ma ha salvato ben 30 bambini, mettendoli al riparo dal killer che stava sparando all'impazzata. «Ho detto a tutti di buttarsi per terra e strisciare verso il magazzino seminterrato, senza piangere nè strillare. Il magazzino ha una pesante porta di ferro antincendio che ho sbarrato e ostruito all'interno con pesanti mobili e vecchie scrivanie di ferro. Siamo rimasti in silenzio per più di un'ora, nessuno piangeva o si lamentava, non volevano aprire neppure ai poliziotti, i quali sotto la porta ci hanno poi infilato i loro tesserini di riconoscimento. E soltanto allora ho rimosso tutti i mobili e ho aperto la porta».
Fuori dalla scuola, dei piccoli capannelli di residenti e genitori che avevano i loro figli alla scuola elementare di Sandy Hook cominciano a dare un volto e un nome ad alcuni dei bambini uccisi. Una è Ana Marquez Greene, 7 anni, figlia di un noto jazzista canadese, Jimmy Green. Il quotidiano inglese Daily Mail ha pubblicato sul sito internet la foto di Ana che ha un fiore azzurro tra i capelli ricci e guarda dritto l'obiettivo. Lei e il fratello più' grande si erano trasferiti lo scorso luglio a Newtown e iscritti alla scuola elementare di Sandy Hook. Il fratello si è salvato, mentre da Londra il papà sassofonista ha detto di essere devastato. Poi c'è il piccolo Jessy Lewis, 6 anni, ritratto in una foto mentre abbraccia il papà e sorride.
Quindi la Cnn mostra la foto della giovane maestra di prima elementare, Vichy Soda: biondissima e sorridente, che ha messo in salvo tutta la sua classe ma è stata colpita da un paio di pallottole ed è morta sul colpo.

Foto così, di insegnanti con il sorriso e di bambini che guardano alla vita con innocenza, trucidati da un folle, aggiungeranno altro dolore e sofferenza agli abitanti di Newtown, i quali già' pensano di chiudere la scuola per sempre e trasformarla in un memorial o in un museo contro la violenza delle armi.

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