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I compagni d’armi: boicottiamo i prodotti indiani

I compagni d’armi: boicottiamo i prodotti indiani

«Non andare in ristoranti indiani, non entrare in negozi di proprietà di indiani, non comprare stoffe indiane, boicotta ogni cosa che viene da quel Paese: seta, cotone, artigianato, articoli etnici, kebab, zucchero e soprattutto il turismo». I compagni d’armi di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, detenuti in India dallo scorso 15 febbraio sotto l’accusa di aver ucciso due pescatori indiani scambiandoli per pirati, sostengono attivamente il boicottaggio dell’economia indiana da parte degli italiani come forma di pressione per ottenerne la liberazione.
Il manifesto riprodotto qui accanto ricorda che il valore dell’interscambio commerciale con l’India è di 8 miliardi di euro e invita a fare il possibile per intaccarlo. L’iniziativa è del presidente dell’Associazione nazionale Arditi Incursori di Marina, Marco Cuciz.
L’idea di rispondere all’arresto dei nostri fucilieri di Marina imbarcati sulla petroliera «Enrica Lexie» con un boicottaggio dei prodotti indiani circola su internet da diversi giorni, ma non sembra aver trovato particolari bersagli utili.

D’altra parte l’azione (in negativo) dei consumatori privati difficilmente otterrà risultati sensibili: conta, più che altro, il valore simbolico dell’iniziativa, la pressione psicologica esercitata anche sulle nostre autorità.

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