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La Crimea dichiara l'indipendenza da Kiev. Mosca: "Scelta legittima"

L'ex leader vuole tornare a Kiev e accusa la nuova leadership. Il parlamento della Crima da l'ok all'indipendenza

Viktor Ianukovich fotogrado durante la conferenza a Rostov sul Don
Viktor Ianukovich fotogrado durante la conferenza a Rostov sul Don

La conferenza stampa di Viktor Ianukovich inizia con una risposta alle notizie che parlavano di un aggravamento delle sue condizioni di salute. "Sono vivo", ha detto l'ex presidente ucraino da Rostov sul Don, in Russia, aggiungendo però che "non può dire di sentirsi bene" ed è anzi molto in ansia per quanto sta succedendo nel Paese.

"Sono l'unico presidente legittimo dell'Ucraina", ha ribadito Ianukovich, mettendo in chiaro di voler tornare a Kiev prima possibile e che non riconoscerà il voto delle prossime elezioni presidenziali.

Nel suo discorso, durato meno di dieci minuti, anche una pesante accusa all'attuale leadership: "Vogliono mettere - ha detto - l'esercito sotto la bandiera di Bandera", citando un personaggio controverso della storia del Paese, visto da alcuni come il leader del movimento di liberazione ucraino, da altri come un collaborazionista ai tempi del nazismo. L'intento di Kiev, secondo Ianukovich, è quello di "scatenare una guerra civile".

Questa mattina il parlamento della Crimea ha approvato con 78 voti su 100 un documento che, in caso di voto favorevole da parte dei cittadini, renderà la penisola uno Stato sovrano e permetterà di chiedere l'ingresso nella federazione russa. Una scelta che il ministero degli Esteri russo ha definito "assolutamente legittima".

Il 16 marzo i cittadini saranno chiamati a votare per decidere se rimanere ucraini o legarsi a Mosca.

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